Sono 6 i punti di non ritorno, a rischio la Terra: porteranno all’estinzione dell’uomo

La salute del pianeta è a rischio a causa dell’azione indiscriminata dell’uomo, che ci sta portando sempre più vicini a 6 punti di non ritorno.

6 punti non ritorno rapporto Nazioni Unite
Paesaggio arido (Ecoo.it)

Surriscaldamento globale, inquinamento, crisi climatica, crisi idrica, crisi energetica. Da anni non si parla d’altro che di queste problematiche e la ragione è semplice: siamo sempre più vicini al punto di non ritorno! L’azione indiscriminata dell’uomo, infatti, sta mettendo a rischio la salute del pianeta, con conseguenze che si possono osservare sia sul lungo che sul breve e medio termine.

Pensiamo ad esempio agli scompensi climatici che abbiamo dovuto affrontare la scorsa estate, oppure alla crisi idrica che interessa numerose aree del pianeta in maniera sempre più grave. Stando agli esperti, tra le cause principali del cambiamento climatico si possono annoverare il ricorso ai combustibili fossili e l’inquinamento. In entrambi i casi, infatti, si immettono gas serra nell’atmosfera che contribuiscono a innalzare la temperatura del pianeta.

I 6 punti di non ritorno dell’ONU

6 punti non ritorno rapporto Nazioni Unite
Cambiamento climatico (Ecoo.it)

A tal proposito un nuovo rapporto dell’Università delle Nazioni Unite (intitolato Interconnected Disaster Risks Report 2023) ha stilato una lista dei 6 punti di non ritorno che stiamo rischiando di raggiungere e che, in alcuni casi, sono già stati addirittura superati. Per punto di non ritorno si intende “il momento in cui un dato sistema socio-ecologico non è più resiliente ai rischi, e smette di espletare le funzioni attese“. In altre parole, il punto superato il quale non si può tornare indietro a ristabilire un equilibrio.

Si tratta di punti che si riferiscono ai più disparati ambiti, da quelli puramente sociali a quelli climatici e ambientali. Nello specifico i 6 risk tipping points sono i seguenti:

  • esaurimento delle falde acquifere,
  • scioglimento dei ghiacciai,
  • ondate di caldo,
  • spazzatura spaziale,
  • impossibilità di assicurare beni mobili e immobili alle popolazioni, in condizioni di frequenti disastri ambientali,
  • estinzioni di massa.

È facile notare come alcuni di questi punti siano già stati raggiunti e superati. La mancanza cronica di acqua e l’esaurimento delle falde interessa aree quali l’Arabia Saudita o l’India. Nel mondo sono infatti più d 2 miliardi gli individui che non hanno accesso all’acqua potabile e anche nelle aree più sviluppate del pianeta il problema della siccità si fa sentire.

Stiamo distruggendo il nostro pianeta

Lo scioglimento dei ghiacciai e le ondate di caldo sono punti interconnessi, che si possono osservare in maniera sempre più frequente da lungo tempo. Basti pensare che secondo l’ultimo rapporto di Greenpeace l’80% dei ghiacciai alpini rischia di scomparire entro il 2060. Oppure che in Antartide hanno cominciato a crescere i fiori, e no, non si tratta di una bella cosa!

E la spazzatura spaziale? L’uomo inquina così tanto da rischiare di saturare anche gli strati spaziali che circondano la terra, dove vengono lanciati detriti e frammenti che potrebbero andare a scontrarsi con i satelliti presenti in orbita. Tali condizioni potrebbero portare a condizioni di emergenza costante e soprattutto all’impossibilità di assicurare beni mobili e immobili alle popolazioni. Per non parlare delle estinzioni di massa di specie animali e vegetali che sono già all’ordine del giorno!

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