Il 14 luglio si celebra la giornata mondiale degli squali. Oltre a ricordare quanto sia importante la tutela di questa razza in via d’estinzione, è anche un’occasione per ribadire quanto essi siano fondamentali per la lotta al cambiamento climatico.
Quando si pensa allo squalo non si può non fare correre la mente al celebre film di Spielberg che ha terrorizzato tutti gli spettatori. Tuttavia è importante sottolineare come delle 48 specie di squali presenti nel Mediterraneo soltanto 15 sono pericolose. In ogni caso molte di esse non vengono neanche minimamente sfiorate dall’uomo, in quanto vivono nelle profondità dell’oceano.
Lo squalo è un animale che nel tempo è diventato in via d’estinzione. Alcune razze possono facilmente essere catturate ed uccise senza che ce ne sia motivazione alcuna. Tutto questo deve essere fermato. Il 14 luglio è un’occasione per ricordare non soltanto che la specie degli squali deve essere tutelata perché rischia di estinguersi, ma anche per sottolineare quanto essi siano importanti per la mitigazione dei cambiamenti climatici.
È importante sapere che il tipo di squalo che più facilmente si incontra nel mar Mediterraneo, quindi nelle acque nostrane, è la verdesca. Questa specie non è pericolosa, non attacca l’uomo, e non ha denti ed apertura della mandibola sufficiente per poter assestare dei morsi fatali. La pericolosità dello squalo spesso è aggravata dall’eco dei fatti di cronaca.
Il triste epilogo del bagno del giovane 23enne cittadino russo che viveva in Egitto, il quale è stato divorato dagli squali, ha riportato in auge il terrore per questa specie. Tuttavia la maggior parte degli articoli non riporta che sulla spiaggia esisteva il divieto di balneazione proprio per il pericolo squali. Non c’è un buono ed un cattivo, e non c’è un atteggiamento giusto ed uno sbagliato. Quando l’uomo ha a che fare con gli animali selvatici deve fare i conti con la propria vulnerabilità.
Gli squali, oltre ad essere dei cetacei molto importanti, in quanto sono in cima alla catena alimentare, contribuiscono ampiamente anche a mitigare i cambiamenti climatici delle acque. Difatti essi, insieme alle balene, riescono ad assorbire circa 5 milioni di tonnellate di anidride carbonica l’anno dal mare. Con la conseguenza di riuscire a ripulire il mare nostrum dall’inquinamento negli stessi abbiamo provocato.
Purtroppo questa specie è minacciata non soltanto dalla modifica sostanziale dell’habitat, che la fa vivere in un ambiente più inospitale, ma anche dalle attività di pesca che con le loro reti portano via indiscriminatamente tutti i pesci che incontrano. Dunque le associazioni ambientaliste che si occupano della tutela della biodiversità marina, stanno tentando un accordo con i pescatori stessi, per rendere le attività ittiche più sostenibili e non disturbare l’ecosistema del Mediterraneo.
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