La stagione venatoria è stata riaperta. L’Enpa lancia l’allarme sulla deregulation venatoria e sulla minaccia alla biodiversità delle specie.
La caccia è stata oggetto di referendum costituzionale una ventina di anni fa. Ma non ce l’ha fatta. Come sempre il quorum non è stato raggiunto. La tradizione venatoria italiana consente ai cacciatori di uccidere animali selvatici per sport. Non per necessità legate all’alimentazione, ma per divertimento. Sospendendo il giudizio circa questa forma di intrattenimento non si può non porre l’accento sul fatto che da tutte le parti proviene l’allarme sulla perdita di biodiversità faunistica in Italia.
E l’apertura della stagione venatoria del 17 settembre non migliorerà la situazione. Ben 21 specie faunistiche sono oggetto di caccia pur essendo in stato di conservazione che a breve diventerà critico. E per 17 di queste non esiste alcun piano di gestione. Inoltre la deregulation governativa, che fa propaganda sulla pelle degli animali, ha messo a punto un piano di controllo delle specie animali che praticamente consente ai cacciatori di uccidere orsi e lupi indiscriminatamente, quasi come fossero salvatori della patria che liberano i cittadini da una perenne minaccia incombente.
L’Enpa, ente nazionale per la protezione animali, non cela in alcun modo la preoccupazione per la direzione politica del Governo e delle varie regioni: “Quest’anno l’emergenza è fortissima. Il primo posto spetta alla politica faunicida del governo e della maggioranza. Il governo con il famigerato Piano straordinario quinquennale per il “controllo” di tutte le specie, nessuna esclusa e in qualunque periodo, una vera deregulation venatoria. La maggioranza, con le proposte di legge in discussione nella commissione Agricoltura della Camera tese a dare alle regioni pieni poteri per uccidere orsi e lupi”.
La perdita dell’habitat data dal cambiamento climatico non gioca a favore della conservazione delle specie. Molte di loro sono vicine ad essere iscritte nella lista della Convenzione di Ginevra. Eppure il fucile in mano dei cacciatori è ancora considerato uno sport come tanti altri. Fino ad oggi regolato da stagioni venatorie, al di fuori delle quali questa pratica poteva essere interdetta. Ma il futuro va verso politiche che consentano di cacciare anche nella stagione degli amori o dell’allevamento dei cuccioli.
“Per la politica la biodiversità non è un valore, nonostante l’articolo 9 della Costituzione l’abbia posta tra i valori fondamentali e affermi la sua tutela da parte dello Stato. Il piombo, infine, avvelena le acque e i terreni, fa strage di selvatici e minaccia la nostra salute“. Gli eventi climatici estremi degli ultimi mesi hanno ucciso molte specie. I cacciatori hanno chiesto l’apertura della stagione venatoria al 17 settembre. Il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta. In Emilia Romagna i cacciatori potranno prendere il fucile in mano dal primo ottobre.
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