Colera, nel 1973 si registrano casi anche in Italia, scopriamo dove e quali sono i sintomi di questa infezione.
Nel 1973 una terribile epidemia gettò nel panico il Bel Paese, nello specifico stiamo parlando della settima pandemia di colera, le regioni che furono maggiormente colpite la Campania, la Sardegna e la Puglia.
L’arco temporale va dal 20 agosto al 12 ottobre, durante l’intero periodo furono registrati 278 casi di colera, ad essere contagiati perlopiù gli adulti quasi tutti uomini, i morti furono 24. Probabilmente l’epidemia fu causata dal consumo di frutti di mare contaminati dal vibrione.
Nel 1973 in Italia si registrano centinaia casi di colera, diverse zone del mondo avevano già registrato diversi casi. L’insorgenza dell’epidemia fu dovuta, quasi sicuramente, al consumo di cozze crude o frutti di mare che erano contaminati.
Poco dopo l’inizio dell’emergenza, si mise in moto una grande macchina e quasi un milione di napoletani furono vaccinati. In un primo momento, si pensava che il colera si fosse diffuso a causa delle cozze che provenivano dalla Tunisia ed erano arrivate sino a Cagliari, passando da Torre del Greco, Napoli e Bari.
Tra il 1961 e il 1975, cominciò la pandemia di colera, questi i paesi che furono colpiti:
Complice dei molti contagi la migrazione di massa e i trasporti che via via si diffondevano. Dopo aver messo in campo le misure per prevenire il contagio i casi diminuirono notevolmente.
Quali sono i maggiori veicoli dell’infezione? Come detto precedentemente, si pensa che nel 1973, la causa che determinò il colera in Italia fu una partita di cozze, ma anche tramite l’acqua che potrebbe essere contaminata. Il periodo di incubazione va da 12 ore fino a 5 giorni, ma generalmente i primi sintomi si avvertono dopo il 2 o 3 giorno. Il paziente infetto manifesta diarrea e vomito e una conseguente perdita di peso. In questi giorni proprio in Italia è stato registrato un caso di colera, nello specifico in Sardegna, l’ultimo caso accertato fu proprio nel 1973.
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