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Obiettivo: entro il 2030 42% di rinnovabili. Cosa però non convince

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I nuovi obiettivi di RED III, il pacchetto di strategie per il miglioramento energetico, punta tutto sulle rinnovabili. Con qualche postilla non ben accolta dagli ambientalisti

energie rinnovabili al 2030
Fotovoltaico (Foto da Pixabay) – Ecoo.it

La suddivisione tra energie pulite e non è stata già fatta qualche anno fa con la tassonomia verde da parte dell’Unione Europea. Ciò che non ha convinto è stata l’inclusione del nucleare nelle energie pulite. La crisi energetica ha portato ad un’accelerazione per trovare fonti alternative al petrolio. Purtroppo questo ha fatto tornare in auge anche il carbone, che sì può essere più facilmente autoprodotto, ma che allo stesso tempo è fortemente inquinante. Dunque alla fine è stato chiaro a tutti che l’unica soluzione perseguibile era incrementare le energie rinnovabili.

Per fare un favore all’ambiente, ed anche per potersi affrancare dal greggio russo. Senza dubbio tornare ad un’indipendenza energetica di ogni Paese deve essere la soluzione. A tale fine è necessaria la transizione energetica, che non passi solo per la produzione, ma anche per l’avvicendamento del consumo. Dunque in Italia si punta entro il 2026 ad avere edifici pubblici alimentati ad energie rinnovabili. Il pacchetto RED III di derivazione europea mette nero su bianco le strategie e gli obiettivi che gli stati membri devono rispettare.

RED III, rinnovabili al 42,5% entro il 2030

Fotovoltaico (Foto da Pixabay) – Ecoo.it

L’accordo è arrivato. RED III è ora direttiva europea ed obiettivo per tutti gli stati membri. Il 42,5% di fonti rinnovabili di energia, più un 2,5% a discrezione dei singoli Paesi, che li renderebbe ancora più virtuosi. Il 42,5% è un obiettivo perseguibile, che è stato abbassato rispetto all’iniziale 45%. Nell’accordo si specifica che dovrebbero essere snellite le pratiche per la concessione della produzione di energia pulita da parte di chi vuole iniziare l’attività, ed anche per il potenziamento delle attività già in corso. Anche il settore trasporti è coinvolto. Uno dei settori che contribuiscono maggiormente all’aumento dell’effetto serra.

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Il problema del nucleare

Centrale nucleare (Foto da Pixabay) – Ecoo.it

Gli stati membri che riusciranno a centrare gli obiettivi sulle rinnovabili, potranno anche utilizzare l’idrogeno rosso o viola come energia pulita. L’idrogeno rosso o viola è prodotto a partire dall’energia nucleare. È introdotto nella sezione delle energie pulite perché produce bassi livelli di Co2. La questione però tralascia il problema delle scorie radioattive, che se da una parte risolvono un ostacolo ne creano un altro.

Giulia Borraccino

Sono nata e cresciuta a Roma. Laureata in Comunicazione con specializzazione in semiotica testuale, nel tempo mi sono appassionata all'approfondimento dei temi ambientalisti ed al giornalismo d'inchiesta. Amo l'arte in tutte le sue sfaccettature.

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