Gli scienziati ipotizzano che nella Via Lattea possano esistere ben 36 intelligenze extraterrestri: vediamo insieme di cosa si tratta e quali sono gli studi che hanno portato a questa straordinaria possibilità
La ricerca di altra vita oltre a quella terrestre ha da sempre tenuto banco sui tavoli degli scienziati di tutto il mondo. La domanda è lecita e apre scenari molto suggestivi, ma difficilmente perseguibili. La difficoltà estrema nel riuscire a dare risposte convincenti a questa domanda è determinata dalle incalcolabili distanze che intercorrono nello spazio e che non consentono alle tecnologie odierne di scandagliare efficacemente l’universo e le galassie che circondano la Terra. Gli studi proseguono, indagano e insistono sulla tematica affascinante e ricca di ipotesi e congetture, concentrati su come riuscire ad individuare possibili tecnofirme aliene.
Se andiamo indietro nel tempo sono circa cento anni che la nostra civiltà ha iniziato a sviluppare la tecnologia ed è dunque relativamente giovane e inesperta. Per arrivare a concepire dispositivi in grado di ricevere eventuali segnali prodotti nell’universo da presunte intelligenze diverse e inevitabilmente molto distanti dalla nostra, servirebbe un tempo davvero incalcolabile e poco realistico. L’enormità del cosmo è tale da rendere praticamente impossibile, alla “piccola tecnologia terrestre” di recepire o inviare messaggi spaziali, tenendo conto della velocità di trasmissione attuale delle onde radio.
Gli scienziati lavorano e si basano su elementi certi per poter arrivare a conclusioni e teorie. E’ così che nasce lo studio dell’Università britannica di Nottingham, pubblicato sulla rivista scientifica Astrophysical Journal, dove si ipotizza la presenza di altre civiltà paragonabili alla nostra sulla base di quello che è accaduto all’evoluzione terrestre. Se si prendono in considerazione i dati che abbiamo su ciò che è accaduto alla Terra possiamo desumere che ci siano altri pianeti ad aver vissuto le nostre stesse condizioni per il loro sviluppo. Sappiamo che ci sono voluti 5 miliardi di anni per la formazione della vita intelligente sulla Terra e sappiamo che si deve essere alla giusta distanza da una stella madre, come il Sole, che ne garantisca la sopravvivenza.
E ipotizzabile che dove si siano ricreate queste condizioni eccezionali, possa essersi sviluppata la medesima intelligenza attiva in altre zone della Via Lattea. Applicando questi filtri si è arrivati a calcolare che potrebbero essersi sviluppate almeno 36 altre forme di intelligenza su altrettanti pianeti nello spazio e che queste siano in grado di comunicare come noi. Purtroppo la distanza che intercorre tra noi e gli eventuali altri non permette la percezione dei segnali se non dopo una media di 17mila anni luce, considerati la distanza minima che intercorre tra coppie di possibili civiltà comunicanti, sparpagliate in ogni angolo della Via Lattea.
Il calcolo effettuato si basa dunque sul nuovo approccio denominato “limite astrobiologico copernicano” che applica la teoria dell’evoluzione terrestre su scala cosmica con le poche certezze che abbiamo. Civiltà formate dopo 5 miliardi di anni dalla nascita della stella madre, in uno spazio cosmico “abitabile” nella zona dell’astro, in grado di emettere segnali di comunicazione. A tutto questo si deve aggiungere la capacità di sopravvivenza delle presunte intelligenze per arrivare a percepire i segnali inviati molto tempo prima ed essere raggiunte almeno entro i 17mila anni luce minimi di distanza tra loro.
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