Dopo una vera e propria guerra a suon di centimetri finalmente il primato l’ha ottenuto Civitella del Tronto: è qui che si trova la via più stretta d’Italia.
L’Italia vanta un numero incredibile di piccoli borghi storici, piccoli gioiellini immersi nella provincia e lontano dai grandi centri cittadini, che consentono a tutti bellissime gite fuori porta e momenti di sano relax familiare. Ce ne sono circa 300 e questi ospitano il 16% della popolazione italiana (pari a 9,8 milioni di persone), vere chicche da scovare con angoli di paradiso enogastronomico, culturale ma anche architettonico incredibile. È proprio qui che spesso si combatte anche una guerra fatta di primati storici legati a particolarità tradizionali che ognuno cerca di dimostrare come assoluto e unico su tutti.
A volte si cerca di avere dei riconoscimenti incentrati sulla produzione di ceramiche, organi più vecchi, maioliche, necropoli e resti antichi migliori, l’olio più buono oppure, come nel caso sui cui vogliamo porre ora l’accento, sulla via più stretta d’Italia.
Negli anni sono stati molti i borghi e le piccole città a rivendicare il primato della via più stratta d’Italia: da Andria, Civitella del Tronto, Vico del Gargano, Lucera, Venezia con le sue calli, Ripatransone. Avere il vincitore per la strada più stretta d’Italia non è stato facile, infatti si è trattato di un lavoro super meticoloso combattuto a suon di millimetri.
Alla fine però lo staff del Guinness World Record ha decretato che la via più stretta si trova all’interno del comune di Civitella del Tronto (Teramo), abitato da quasi 5000 persone. Al confine con le Marche questo è anche uno dei borghi più belli e caratteristici della nostra Penisola grazie alla fortificazione storica che la circonda.
Sono migliaia i turisti che da tutto il Paese e non solo accorrono per scattare la foto all’interno del cunicolo largo appena 40 cm. Record che però mantiene solo per mezzo metro prima di allargarsi e aumentare la larghezza massima di apertura. La consuetudine di costruire passaggi così stretti nel Medioevo era quasi una consuetudine, permettevano infatti di tendere agguati in caso di aggressione ma anche di bloccare l’accesso all’esercito nemico (per via delle armature e corazze indossate).
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