In caso di fuga in molti pensano di essere già preparati, almeno a livello teorico, eppure vi sono cose da fare… e cose da non fare: eccone 5 falsi miti da sfatare.
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Quando si sente parlare di incendi devastanti, inondazioni, condizioni climatiche estreme o possibilità di un olocausto nucleare, ad alcuni vengono in mente dei piani di emergenza da attuare in caso di fuga. Molte volte ci sarà capitato di pensare a cosa faremmo se dovessimo fuggire verso una cosiddetta bug-out location (BOL): cioè un luogo sicuro per la sopravvivenza.
Potremmo ad esempio preparare una borsa con tutto l’essenziale per fuggire, scegliere una destinazione isolata e sicura da raggiungere, procurarci utensili e armi utili in caso di necessità, oppure decidere di partire in gruppo o in solitaria. Ma quali sono i comportamenti giusti da tenere per sopravvivere into the wild e quali sono i falsi miti da sfatare sulle fughe d’emergenza?
Dove e come fuggire? Lasciare casa non è sempre la soluzione migliore
Innanzitutto dobbiamo fuggire verso la nostra bug out location solo in caso di vera necessità: teniamo presente, infatti, che nel caso non si renda determinante fuggire di casa (ad esempio a causa di condizioni strutturali pericolose), lì avremo a disposizione più mezzi di sopravvivenza. Isolare il perimetro di una casa fornita di mura sarà sicuramente più semplice che farlo in un campo aperto o in un bosco, dove saremmo più esposti non solo alle intemperie, ma anche ad animali e altri esseri umani.
Passiamo al cibo: pensare di sopravvivere imparando a coltivare e cacciare, oppure ricorrendo a cibi in scatola e razioni di emergenza come quelle che usano i militari è inesatto da diversi punti di vista. Dove ci procureremmo i semi e le specie vegetali da coltivare? Come faremmo se ci trovassimo a fuggire in inverno, quando la crescita delle piante è meno cospicua e gli animali stessi vanno in letargo per risparmiare energia?
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Per quanto riguarda le razioni di emergenza, invece, dette MRE (Meal Ready to Eat: cibi pronti da mangiare), bisogna considerarne le proprietà. Esse sono pensate per essere consumate per 3 settimane, dopodiché l’organismo potrebbe incorrere in alcune carenze, difficili da compensare. Per i cibi disidratati o in scatola vale lo stesso discorso: se dovessimo sopravvivere in fuga a lungo, quelli non sarebbero la soluzione giusta.
Falsi miti sulla fuga, stare soli è meglio: non è così
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Quando si tratta di fuggire in molti pensano che sopravvivere in solitaria possa essere la cosa migliore, eppure non è così. Se fossimo da soli dovremmo occuparci di qualsiasi aspetto della vita in fuga, dall’approvvigionamento di cibo e acqua, al riparo dagli agenti atmosferici o dagli animali. Una fuga in gruppo significherebbe poter suddividere i compiti e organizzare un rifugio più efficiente. La solitudine non è sempre la soluzione giusta!
L’uso di armi potrebbe suonare problematico per molti eppure, in casi di emergenza o di vita selvaggia, potrebbe tornare utile. Usare un’arma, però, necessita di pratica, consapevolezza e destrezza. Per fuggire non basterebbe solo portare con noi un fucile che non sappiamo usare, poiché il rischio che faccia gravi danni è piuttosto alto. Se decidessimo di fuggire con un’arma, dunque, dovremmo prima assicurarci di saperla gestire e usare nel modo giusto.