Quante cose non sai sullo spreco alimentare? I dati sulla questione sono significativi. E’ stato calcolato che ogni anno in Italia, lungo la filiera agroalimentare, vengano prodotte 5,6 milioni di tonnellate di cibo in eccedenza. Di questi, 5,1 milioni diventano spreco. Il valore è molto alto e corrisponde a circa 12,6 miliardi di euro l’anno, 210 euro a persona. Un vero paradosso, perché non soltanto si rischia di perdere molto economicamente, ma di non utilizzare nel modo più oculato possibile le risorse che il pianeta mette a nostra disposizione.
1. Da chi viene generato lo spreco alimentare?
Secondo i dati forniti dall’indagine “Surplus Food Management Against Food Waste. Il recupero delle eccedenze alimentari. Dalle parole ai fatti” (SCARICA IL RAPPORTO IN PDF), che è stata svolta grazie all’intervento del Politecnico di Milano e dalla Fondazione Banco Alimentare, risulterebbe che lo spreco alimentare viene generato per il 53% dalle aziende della filiera. Anche il consumatore, però, fa la propria parte, incidendo per il 47%. Eppure basterebbe un minimo di attenzione: di solito buttiamo la frutta e la verdura andate a male, non tenendo conto che essa potrebbe essere riciclata anche per uso alimentare.
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2. Cos’è l’eccedenza alimentare?
L’eccedenza alimentare può essere definita come la quantità di cibo che viene prodotto, trasformato e distribuito, ma che non viene consumato. L’eccedenza in questi casi viene generata per il 57% da tutti i punti della filiera, il consumatore influisce per il 43%.
3. Il Banco Alimentare
Nel 2014 la rete Banco Alimentare si è attivata, per recuperare circa 40.448 tonnellate di eccedenze alimentari. Sono stati recuperati anche 1.043.351 piatti pronti e 319 tonnellate di pane, frutta e altri prodotti freschi rientranti nel campo della ristorazione organizzata e delle mense. Una menzione a parte merita Expo, che ha generato, da maggio a settembre 2015, un recupero di 20 tonnellate di alimenti.
4. La ridistribuzione degli sprechi
Diverse sono le organizzazioni che lavorano per ridistribuire quelli che altrimenti sarebbero dei veri e propri sprechi alimentari. E’ stato calcolato che ogni giorno il cibo in più viene ridistribuito gratuitamente a 8.669 strutture caritative, con l’obiettivo di aiutare 1.910.000 poveri nel nostro Paese. LEGGI L’INDAGINE SUL FENOMENO DELLA POVERTA’ ALIMENTARE IN ITALIA.
5. Il ruolo delle leggi
In Italia ancora non siamo arrivati a degli standard accettabili anche da un punto di vista internazionale. Si dovrebbe passare almeno da 500.000 a un milione di tonnellate di cibo recuperato, ma, per raggiungere questo scopo, bisognerebbe approvare una legge più facilmente utilizzabile, in grado di stimolare le donazioni e che preveda procedure più sicure e più semplici. Tante volte è proprio la burocrazia che impedisce di attuare un recupero adeguato del cibo.
6. L’aspetto del cibo
Tante volte gli sprechi alimentari vengono commessi dai consumatori per un semplice condizionamento derivato dall’aspetto del cibo. E’ il caso di frutta e verdura troppo piccole, che non vengono scelte dai clienti, perché le ritengono di qualità inferiore. Tutto questo comporta dei costi enormi per la produzione e contribuisce a far aumentare lo spreco di cibo.