A Fukushima gli anziani si offrono volontari per lavorare nella centrale nucleare. Sembra incredibile, ma è veramente così. È questa la scelta che hanno fatto circa duecento anziani giapponesi, che hanno deciso di andare a lavorare nell’impianto nucleare protagonista del disastro avvenuto in Giappone qualche tempo fa, cercando di evitare che sul posto andassero i giovani per pulire e riparare i danni che sono stati provocati dal terremoto. Tutto questo perché hanno calcolato che statisticamente moriranno prima di essere colpiti da eventuali malattie legate all’esposizione nucleare.
Tutto ciò si può far rientrare nell’ambito delle reazioni al pericolo nucleare venutosi a creare in seguito al terremoto in Giappone. Una scelta consapevole, che colpisce per la generosità sottintesa e per il coraggio mostrato. Il terremoto in Giappone ha provocato un’esplosione alla centrale nucleare, i cui danni non si contano, soprattutto in termini di prospettive future legate allo stato di salute degli individui. Ma i Giapponesi hanno saputo reagire con forza e con determinazione.
È vero, dopo il terremoto in Giappone incombe il pericolo nucleare, ma tutto ciò va affrontato anche con scelte straordinarie. E non pensiamo che le condizioni di lavoro siano facilmente sopportabili. Il terremoto, lo tsunami, la catastrofe nucleare hanno peggiorato la crisi economica e hanno aggravato la disoccupazione. Per cui molti lavoratori scelgono di lavorare presso la centrale nucleare anche per 12 ore al giorno, senza considerare i rischi implicati dalle radiazioni, senza particolari protezioni, dormendo in apposite aree organizzate nelle palestre delle scuole. Senza contare che il compenso è davvero minimo.
La sostenibilità ambientale è stata fortemente minacciata in Giappone, ma a quanto pare ai danni ambientali si uniscono anche i danni umani, provocando un dramma umanitario non indifferente.
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