A Fukushima le barriere potevano fermare lo tsunami? Una domanda che suscita dubbi e alla quale non si può rispondere, se non teniamo in considerazione una molteplicità di fattori, che sollevano altri interrogativi da tenere in considerazione. Gli esperti della International Atomic Energy Agency hanno sottolineato che il pericolo maremoto era stato in qualche modo sottovalutato. Poco tempo fa è stata messa a punto una barriera davanti agli impianti nucleari, per evitare il ripetersi di altri disastri, come quello determinato dal terremoto in Giappone. Qualcosa poteva essere fatto?
Molti sono stati i disastri determinati dallo tsunami che è seguito al terremoto in Giappone. D’altronde non è da sottovalutare nemmeno la paura riferita al pericolo nucleare che ha cominciato ad incombere in seguito al terremoto in Giappone. Tutti hanno iniziato a rendersi conto del pericolo a cui siamo soggetti, se si sceglie di fare ricorso allo sfruttamento dell’energia nucleare. Proprio per questo il terremoto in Giappone ha suscitato nel mondo varie reazioni sul nucleare.
Gli esperti mettono in evidenza che alcune misure di sicurezza in termini di barriere erano state prese, ma evidentemente non bastavano a scongiurare un rischio così grande. In genere infatti le barriere protettive andrebbero costruite con determinate caratteristiche che corrispondono proprio al rischio calcolato. In sostanza a Fukushima i progettisti avrebbero dovuto tenere in conto tutti i fattori di rischio e costruire delle barriere di contenimento più adatte.
Si rimane perplessi sull’utilità del riconoscere solo dopo un errore compiuto in termini di difesa, che è costato molto in termini di impatto ambientale e di salute dei cittadini.
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