Negli ultimi giorni, per via di una proposta di legge, si è parlato delle pene per chi uccide, abbandona o maltratta gli animali: ma cosa prevede il codice penale italiano?
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Fenomeni che in Italia, purtroppo, sembrano essere in costante aumento quello delle uccisioni, degli abbandoni e dei maltrattamenti contro gli animali. Alcune stime parlano di centinaia di migliaia di animali uccisi all’anno nel nostro Paese.
Quelli sopracitati sono reati per i quali, come stabilito dal codice penale italiano, sono previsti pesanti pene che potrebbero divenire ancor più pesanti in futuro: nelle scorse settimane, difatti, è stata presentata una proposta di legge alla Camera in cui si chiede l’inasprimento delle pene in merito.
Uccisione, abbandono e maltrattamenti sugli animali: le pene
Centinaia di migliaia di animali uccisi all’anno ed altrettanti abbandonati e caccia illegale. Sono queste le tristi statistiche che evidenziano e come in Italia siano in aumento i reati contro gli animali, denunce che crescono di giorno in giorno.
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Fenomeni che si verificano, nonostante le pene previste dal codice penale. Nel dettaglio, l’art. 544bis prevede la reclusione da quattro mesi a due anni per chi “per crudeltà o senza necessità” provoca la morte di un animale. Per chi, invece, maltratta gli animali, come stabilito dall’art.544ter, sono previsti dai tre ai diciotto mesi di reclusione o una sanzione pecuniaria che varia dai 5mila ai 30mila euro. Per maltrattamenti si intendono sevizie, lesioni, la somministrazione di sostanze stupefacenti ad animali, ma anche sottoporre quest’ultimi a lavori che possono comprometterne la salute.
Vietato anche l’organizzazione di combattimenti o competizioni non autorizzate: chi viola questa norma è punibile con la reclusione da uno a tre anni a cui si aggiunge una multa dai 50mila ai 160mila euro.
Infine, per quanto riguarda l’abbandono, secondo l’articolo 727 del c.p. è prevista la reclusione sino ad un anno o una multa da mille a 10mila euro.
La proposta di legge
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Nelle ultime settimane è stata presentata una proposta di legge alla Camera per inasprire le suddette pene e tutelare gli animali. Promotrice della proposta Michela Vittoria Brambilla, deputata e presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente. In particolare, riporta Il Corriere della Sera, si chiede la variazione delle pene per il reato di uccisione con la reclusione da due a sei anni e da uno a cinque anni per i maltrattamenti. Alla reclusione, inoltre, dovrà essere sempre accostata la sanzione pecuniaria da 5 mila a 30 mila euro.