La ricerca di un’università californiana ha fornito nuovi dati sul comportamento del metano nell’atmosfera: come usarlo per abbassare la temperatura del pianeta?
Un gruppo di ricercatori dell’università California-Riverside (UCR) ha condotto un studio sul comportamento del metano nell’atmosfera. Attenzionando il tema dell’innalzamento della temperatura globale, dovuto principalmente all’emissione di gas serra e anidride carbonica, gli scienziati sono giunti a una conclusione inaspettata, riguardo al metano.
Il metano, prodotto dal trasporto di carbone, petrolio e gas naturale, nonché da bestiame e da alcuni tipi di pratiche agricole, è incolore e ha un effetto serra di ben 34 volte superiore a quello dell’anidride carbonica. Nonostante esso comporti un alto grado di assorbimento di calore all’interno dell’atmosfera, però, sembra che abbia anche la capacità di creare nubi di raffreddamento che vanno ad annullare ben il 30% del calore da esso stesso prodotto.
Inoltre, stando a quanto scoperto dai ricercatori, esso sarebbe in grado di annullare il 60% dell’aumento di livelli di precipitazioni forniti dai modelli sul surriscaldamento globale. In questo senso, dunque, il metano sembrerebbe essere un terzo meno dannoso di quanto si riteneva prima, eppure “l’assorbimento delle onde corte attenua gli effetti generali di riscaldamento e aumento della pioggia, ma – attenzione – non li elimina affatto“, hanno affermato gli scienziati.
Quali potrebbero essere le conseguenze di tale studio? Secondo i ricercatori californiani la scoperta è fondamentale per poter conoscere e gestire al meglio gli effetti di determinati gas ed elementi nella nostra atmosfera. Ad oggi inquinamento e uso improprio delle risorse ci stanno portando verso una situazione di emergenza climatica. Stando al report della conferenza sull’acqua delle Nazioni Unite, sono già più di 2 miliardi le persone che non hanno accesso all’acqua potabile, mentre il tasso di mortalità a causa di disastri climatici è aumentato di 15 volte negli ultimi anni.
Gli Stati devono dunque trovare soluzioni per contenere il problema del surriscaldamento globale: in Danimarca è stato progettato un nuovo sistema di stoccaggio della CO2. Mentre l’Europa vuole arrivare a una diffusione capillare di case e veicoli green entro il 2035. Per far ciò è da poco stata condivisa con gli Stati membri una nuova direttiva riguardante la produzione e la gestione di energia rinnovabile. Ma la strada da percorrere per contenere il disastro è ancora lunga, affermano gli esperti.
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