Una cittadina di San Giovanni Lupatoto, in provincia di Verona, ha ritrovato alcuni pulcini morti in seguito all’abbattimento di diversi alberi. Cosa è successo?
Proteste a San Giovanni Lupatoto, comune della provincia di Verona. Nei giorni scorsi sono stati avviati dei lavori che hanno previsto l’abbattimento di oltre 80 alberi che costeggiavano delle strade del Paese per il rifacimento delle arterie.
L’abbattimento dei fusti, però, avrebbe provocato la morte di alcuni pulcini che si trovavano all’interno dei nidi costruiti proprio sugli arbusti. A contattare un’associazione sarebbe stata una residente che avrebbe trovato dei pulcini deceduti ed uno vivo tra i rami tagliati.
San Giovanni Lupatoto, trovati pulcini morti dopo l’abbattimento di diversi alberi
L’associazione Progetto Natura Verona Lago ha lanciato l’allarme per quanto accaduto in questi giorni a San Giovanni Lupatoto (Verona). Una ditta specializzata, a cui sono stati affidati i lavori, sta eseguendo gli interventi per il rifacimento di via Monte Comun, tra le arterie principali della zona industriale del paese.
Tra i lavori è stato previsto l’abbattimento di 82 bagolari sulla via in questione e circa un’altra decina in via Monte Purga. Questo, però, spiega l’associazione, come riportano i colleghi de L’Arena, avrebbe causato la distruzione di decine di nidi e la morte di numerosi pulcini. Tutto è partito dalla segnalazione di una cittadina che passeggiando lungo via Monte Comun ha trovato un pullo di gazza a terra ancora vivo, accanto altri esemplari morti e tanti nidi distrutti.
Immediatamente, la donna ha segnalato il ritrovamento a Progetto Natura Verona Lago che ha chiesto spiegazioni per quanto accaduto dato che la legge vieta l’abbattimento degli alberi durante il periodo di nidificazione degli uccelli.
Il commento dopo quanto accaduto
A commentare lo spiacevole episodio sono il presidente dell’associazione ambientalista veneta, Carlotta Mantovani e la segretaria Claudia Bellio che hanno affermato come i lavori di manutenzione in una città non debbano creare disturbi o danni alla fauna, così come previsto da un decreto ministeriale del 2020.
Secondo Carlotta Mantovani e Claudia Bellio, riporta L’Arena, è vero sì che gli interventi rappresentavano un “diretto benessere pubblico” per cui sono previste deroghe, ma si potevano anticipare o posticipare i lavori di qualche mese evitando di eseguirli durante la nidificazione di queste specie.
Non si è fatta attendere la risposta dell’amministrazione comunale affidata alla consigliera Bianca Grigoli, la quale ha spiegato come era stata segnalata la presenza dei nidi all’ufficio tecnico comunale in modo da tutelarli, ma probabilmente “tali indicazioni non sono state seguite”.
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