L’abbigliamento eco-friendly è la nuova frontiere della moda che guarda all’ambiente per tutelare natura e persone. Ecco di cosa si tratta.
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La moda è una passione che ci accompagna secolo dopo secolo. Come affermava il sociologo Marshall Mcluhan l’abbigliamento è un mezzo che ci protegge dal mondo esterno, attraverso cui comunichiamo molto di noi.
Da sempre il vestiario richiama l’attenzione in tutto il mondo, rappresentando il nostro biglietto da visita: con l’avvento della moda prodotta in serie è sfociato in una piega oscura. La moda veloce, nota anche come fast fashion, è la protagonista dei nostri tempi, destinata a sfornare collezioni su collezioni in tempi record, prodotte con materiali di bassissima qualità e offerte a prezzi stracciati.
Il risultato è un settore dell’abbigliamento insostenibile i cui effetti si riversano sul Pianeta, sempre più inquinato, è sui lavoratori costretti a condizioni pessime e salari inesistenti.
L’abbigliamento è la seconda industria più inquinante in assoluto. E il peso della moda si fa sentire anche sulla salute dei consumatori: proliferano i casi di dermatiti da contatto generati dall’indossare vestiti creati con materiali tossici, per nulla sani.
Il problema delle produzioni dell’abbigliamento è il fatto che non solo inquinano durante il processo produttivi, ma impattano la natura con i materiali insostenibili utilizzati. Per non parlare dello smaltimento dei vestiti e della mole di rifiuti generati. Secondo i dati il fashion sarebbe responsabile della produzione di circa 1,7 miliardi di tonnellate di CO2 creati annualmente.
Per invertire la rotta di questa situazione allarmante, arriva la moda sostenibile: paladina dell’ambiente e delle persone, si tratta di un approccio virtuoso ai vestiti, che punta al meno ma meglio. L’abbigliamento si fa eco-friendly grazie a capi creati con materiali naturali o frutto del riciclo, prodotti mettendo in campo l’etica nei confronti dei lavoratori.
L’abbigliamento si fa eco-friendly: il futuro per una moda al servizio del pianeta
La moda sostenibile affonda le sue origini tra gli anni Sessanta e Sessanta con l’avvento dei movimenti ambientalisti. Da quel momento ci si rende sempre più conto di quanto anche la moda deve virare verso un approccio più green.

Negli anni la coscienza etica nel comparto fashion è cresciuta, anche se ancora oggi il modello del fast fashion è imperante. Ma c’è chi si sta muovendo per cambiare questo settore: da un lato le aziende stanno producendo un abbigliamento eco-friendly, dall’altro lato i consumatori stanno puntando su acquisti sostenibili.
Moda eco-friendly: pro, critiche e impatto
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I vestiti della moda responsabile sono quelli prodotti con materiali green come bambù, alpaca, lino e cotone organico: si tratta di tessuti creati senza pesticidi e fertilizzanti e che quindi non impattano sul pianeta, oltre che essere riciclabili in modo semplice. Non mancano brand che ricorrono a soluzioni riciclate a monte, con abiti creati con le bottiglie della plastica, oppure con gli scarti della frutta.
Inoltre si mettono in campo processi produttivi nel segno della sostenibilità, con soluzioni volte a contenere la produzione di Co2, ricorrendo alle energie rinnovabili. Tutto questo contribuisce a creare abiti di maggiore qualità, destinati a durare di più a lungo.
Nonostante i tanti pregi, alcuni criticano i modelli eco-friendly visto che il loro prezzi sono più alti rispetto a quelli offerti dal fast fashion. Ma c’è da considerare che si tratta di un investimento, visto che durano di più, che fa bene a noi e al nostro Pianeta. Per chi vuole risparmiare è perfetto un altro filone della moda sostenile, contraddistinto da un approccio circolare con cui si dà una seconda vita agli abiti usati grazie alla moda second hand e al vintage.