Dalla conferenza sulla biodiversità arriva un accordo che ha lo scopo di proteggere entro il 2030 almeno il 30% di terra e mare di tutto il pianeta. Ma che cosa comporta?
Come da più parti ricordato il pianeta non ha più tempo da perdere ed è quindi un piccolo passo avanti l’accordo siglato durante la chiusura della COP15 che avrebbe dovuto in realtà vedere la conclusione due anni fa ma che a causa della pandemia è stata rimandata. L’accordo è importante perché i firmatari si impegnano a proteggere la terra in tutte le sue forme per almeno il 30% del pianeta entro il 2030.
Questa protezione dovrebbe quindi evitare l’ulteriore perdita di biodiversità che si è registrata negli ultimi anni e che, queste sono le preoccupazioni degli scienziati, continuerà in futuro. La COP15 era presieduta dalla Cina ma la chiusura si è in realtà svolta in Canada a causa del Covid. Sarà finalmente un accordo vincolante o è solo l’ennesima facciata?
Che cosa prevede l’accordo sulla biodiversità
Proteggere la biodiversità significa evitare che specie animali e vegetali spariscano per sempre a causa dell’invasività dell’essere umano sugli ambienti naturali. Come però riportato anche sul sito ufficiale del WWF Italia a commento dell’accordo globale approvato al termine di COP15 sulla biodiversità c’è un problema di fondo. L’accordo prevede infatti l’obiettivo di arrivare ad avere almeno il 30% delle terre emerse e degli oceani protette e di riconoscere il ruolo delle popolazioni indigene e delle comunità locali nel raggiungimento di questo obiettivo.
Il problema, però, secondo WWF, arriva dal fatto che è mancata la determinazione a dare una vera svolta alla crisi da qui ai prossimi 7 anni. “Troppe azioni necessarie per rendere tale accordo trasformativo, infatti, sono state lasciate alla discrezione dei singoli Paesi.”, si legge nel comunicato stampa il che significa che l’accordo non è in realtà in alcun modo un accordo vincolante perché poi viene lasciato ai singoli Paesi la discrezionalità per arrivare a ridurre il proprio impatto ambientale e la propria impronta ecologica.
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Secondo l’organizzazione ambientalista “L’Accordo al momento è solamente un punto di partenza: se non ci saranno un’accelerazione nell’implementazione degli obiettivi e una seria mobilitazione delle risorse, l’Accordo resterà un guscio vuoto di promesse”. E proprio perché viene chiesto ai singoli Paesi di trovare un modo per attuare questi ambiziosi obiettivi il WWF chiede all’Italia, che ha uno dei patrimoni di biodiversità più ricchi di tutto il continente europeo, un impegno concreto.