Acerra: l’inceneritore mai avviato

Il mese scorso se n’era fatto un gran parlare. Il 26 marzo, alla presenza di diverse cariche dello Stato, era stato inaugurato il controverso termovalorizzatore di Acerra che nelle intenzioni del Governo e dei fautori dell’uso degli inceneritori avrebbe dovuto contribuire a smaltire le tonnellate di rifiuti che sommergono la Campania.

A distanza di un mese, stando a quanto sostenuto dai Comitati Civici contro l’impianto, il complesso di Acerra non è ancora entrato in funzione. Sulla questione di Acerra è in corso proprio in queste ore un vertice alla Prefettura di Napoli alla presenza del Presidente del Consiglio Berlusconi, del capo della Protezione Civile Bertolaso, del prefetto Pansa e del generale Giannini. Il fatto che l’impianto a tutt’oggi non sia ancora a regime rappresenta in un certo senso una vittoria morale per tutti i cittadini fermamente contrari all’entrata in funzione del termovalorizzatore.
 
Gli inceneritori liberano nell’atmosfera diverse sostanze tossiche, tra le quali diossine, PCB, acido cloridrico, ossidi di zolfo e azoto, ceneri e particolato dovuti ai processi di combustione. Tali sostanze ricadono al suolo, sono persistenti ed entrano nei cicli trofici degli ecosistemi bioaccumulandosi nei tessuti organici e minacciando la salute delle persone, degli animali, delle piante e dell’ambiente in generale. Ricordiamo che il metodo più efficace da utilizzare nella gestione dei rifiuti consiste anzitutto nel produrne di meno (a cominciare da una riduzione dell’uso degli imballaggi per i prodotti) e poi nell’effettuare la raccolta differenziata per materiali. Sembra proprio che la saga dei rifiuti in Campania, a distanza del tam tam mediatico di qualche mese fa (stranamente non se n’è più parlato, come se il fenomeno fosse scomparso), sia destinata a proseguire.
 
Nota: nel video una utile e sintetica lezione sulle alternative possibili alle discariche ed agli inceneritori nella gestione dei rifiuti.

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