Come ben sapete, tra i quesiti del Referendum 2011 c’è quello sull’acqua pubblica (o privata, a seconda della scelta che ognuno fa). Sul destino dell’elemento acqua, prezioso e irrinunciabile, sono chiamati a votare gli italiani aventi diritto. Le date decise per il Referendum sono il 12 e 13 giugno 2011, e per raggiungere il quorum è necessario che votino oltre 25milioni di italiani. I gruppi che pubblicizzano la campagna ambientale sul web non si contano più ormai, anche se in realtà tante persone non sanno ancora quale preferenza esprimere. Vediamo insieme come votare al referendum sulla privatizzazione dell’acqua.
Referendum popolare: l’importanza di andare a votare
Crediamo che, prima di esprimere le ragioni sia degli uni che degli altri, sia importante e doveroso spiegare qual è l’importanza del voto. Andare a votare è sia un dovere che, soprattutto, un diritto. Migliaia (se non milioni) di persone nella storia hanno lottato per ottenere la possibilità di esprimere un giudizio politico, di contribuire a pilotare il destino del proprio Paese. Nel 2011 abbiamo pieno esercizio di queste facoltà, costata la vita a così tanti “pionieri della giustizia”, che non andare a votare significherebbe svalutare la bontà di queste battaglie sociali così importanti. Per cui non perdiamo l’occasione di apprezzare la Democrazia, ma soprattutto non facciamo decidere agli altri quello che sarà del nostro futuro: per il Sì o per il No, andiamo tutti a votare il 12-13 giugno!
Referendum sull’acqua: Le ragioni di chi voterà SI’
Chi si recherà alle urne con l’intento di contrassegnare il quadratino con la scritta “Sì”, ritengono che l’acqua in quanto bene collettivo, debba essere gestito dal servizio pubblico nazionale. Questo per evitare soprattutto speculazioni da parte delle imprese private, o ridurre la possibilità che le ecomafie possano infiltrarsi nel mercato. Gli italiani che vogliono l’acqua pubblica ritengono che lo Stato sia in grado di gestire in maniera efficiente e trasparente l’acqua, mantenendo i prezzi certamente più bassi rispetto a un privato. Inoltre, l’autonomia degli enti privati rischierebbe di rendere eventuali rivalse molto difficili da sciogliere. Per questi motivi e altri, l’abrogazione del Decreto Ronchi rappresenta la scelta migliore.
Referendum sull’acqua: le ragioni di chi voterà NO
Anche il popolo del “No” è piuttosto compatto sulle proprie scelte e opinioni. Pensano specialmente che “a un maggior prezzo corrisponte un maggior servizio”, facendo leva sulle stime che segnalano come il 50% dell’acqua potabile vada persa nelle tubature, e che comunque il servizio non valga l’importo in bolletta. Inoltre, i sostenitori del “No” all’abrogazione evidenziano come l’Autority debba impegnarsi a garantire che le procedure di appalto si svolgano nel pieno rispetto delle regole.
Speriamo di non avervi più confusi che persuasi. Per quanto mi riguarda voterò “Sì” perché per principio ritengo che l’acqua sia un bene comune e come tale debba rimanere nel pubblico.
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