È stata inventata una nuova tecnologia capace di trasformare gli acquiferi in batterie naturali ed ecologiche. Come funziona e dove è possibile applicarla
A quanto pare esiste un vero e proprio tesoro ecologico nel sottosuolo. Sono gli acquiferi, delle formazioni di rocce porose, oppure materiali come ad esempio la sabbia e la ghiaia. Oltre all’energia eolica, idrica, e solare, esistono altri modi per sfruttare le proprietà naturali della terra e convertirle in risorse energetiche. Come ad esempio l’energia termica. Essa si basa sul naturale isolamento termico che è presente nel sottosuolo.
Che quindi trasferisce calore e raffreddamento sulla superficie. Per fare ciò però è necessario installare dei tubi ed utilizzare gas naturale o energia elettrica. La nuova tecnologia invece consente di accedere all’energia termica direttamente dagli acquiferi posti sotto gli edifici. Ed è un’innovazione non da poco, che potrebbe consentire di ridurre fino al 40% l’uso del gas naturale per il riscaldamento degli appartamenti.
ATES, la tecnologia che è acronimo di Aquifer Thermal Energy Storage, sfrutta l’energia termica presente nel sottosuolo e la riporta in superficie. Per questo la presenza di acquiferi, ovvero formazioni rocciose porose o materiale come sabbia, ghiaia, hanno la possibilità di diventare delle batterie che dal sottosuolo portano energia agli edifici. Durante l’inverno l’acqua viene riscaldata perché pompata da un pozzo caldo nel sottosuolo, e poi viene fatta passare attraverso uno scambiatore di calore. In questo modo si riscaldano le stanze degli appartamenti. L’acqua utilizzata, che a questo punto grazie allo scambio termico viene raffreddata, è trasportata fino ad un altro pozzo che contiene solo acqua fredda, utile per il processo inverso durante l’estate, ovvero il raffreddamento dell’ambiente.
Il problema di ATES, è che è molto efficiente nelle condizioni geologiche favorevoli, come quelle dei Paesi Bassi dove è presente circa l’85% dei sistemi installati con questa tecnologia. Altre aree invece non sono adatte. Come ad esempio le città costruite su delle rocce solide, che non hanno facile accesso agli acquiferi. Dalle stime pare che buona parte delle aree della Germania e della Spagna sono adatte alla tecnologia ATES. Ed anche l’Italia ha un’estesa vastità di suolo con caratteristiche geologiche adatte a questa tecnologia che sfrutta l’energia termica.
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