Uno dei siti più noti per l’acquisto dei visti è Shein. Ma gli acquisti effettuati su questo portale non sono sicuri come fanno credere
Sempre più persone, al mondo, effettuano acquisti online. C’è chi cerca abiti vintage, chi scarpe, chi vestiti a basso costo. Una richiesta sempre maggiore che ha portato la creazione di molti portali specializzati nel settore.
Tra questi il famoso Shein. Un servizio basato sulla produzione di capi di bassa qualità usa e getta, cresciuto in maniera incredibile nell’ultimo biennio. Ma gli acquisti effettuati su questo portale non sono sicuri, nonostante quanto dichiarato.
Shein, ecco perché non è sicuro
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La forza di Shein è stato quella di creare un marchio di vestiti a bassa qualità. Un modello che genera moltissimi rifiuti tessili inquinanti. Il tutto si aggiunge, poi, alle moltissime segnalazioni di sfruttamento dei lavoratori. Ma questa è un’altra terribile storia. Infatti, una parte di questi capi di questo marchio sono stati recentemente analizzati nei laboratori tedeschi di Greenpeace.
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Il risultato, su 47 prodotti acquistati tra Italia, Austria, Germania, Spagna e Svizzera, sono allarmanti. Infatti sono stati registrati moltissime quantità chimiche pericolose. Queste, secondo quanto rivelato dall’indagine, supererebbero i livelli ammessi dalle leggi europee. E di conseguenza si tratta di vestiti illegali. Altri 15 – circa il 32% di quelli analizzati – le concertazioni trovate sono a livelli più bassi ma comunque preoccupanti.
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Ma al peggio non c’è mai fine. Infatti, nonostante il report di Greenpeace, Shein è rimasta completamente disinteressata non solo ai rischi ambientali, ma anche per la salute umana. Non si può negare che, sebbene questo marchio invada il mercato con prodotti illegali, a pagarne maggiormente le conseguenze siano i lavoratori delle filiere produttive e le popolazioni site vicine ai siti produttivi. Questi, infatti, sono esposti a forti rischi sanitari.
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L’utilizzo di alcune sostanze chimiche e pericolose, da parte del colosso cinese, rappresentano una vera e propria infrazione delle leggi vigenti, per quanto riguarda la sicurezza chimica, degli Stati membri dell’Unione Europea. E non si può non considerare che, durante le analisi su capi di Shein, è stata registrata una sostanza chimica pericolosa nel 96% dei prodotti. Prodotti che variano da abiti, calzature per uomo, donna, bambino e neonato ma che soprattutto violano il REACH, Registration, Evaluation, Authorisation of Chemicals, che regola tutto ciò che viene venduto in Europa.
Shein vende dunque in Europa prodotti ricchi di sostanze chimiche pericolose le cui concentrazioni, in alcuni casi, non rispettano i livelli di sicurezza europei. Una violazione che li rende, di conseguenza, illegali visto i potenziali impatti sulla salute dei consumatori.