Una caffetteria dell’Uzbekistan, in collaborazione con un’agenzia pubblicitaria, ha trovato un modo per rendere sostenibili le confezioni ed eliminare la plastica
Questa volta l’idea di sostenibilità non viene da ingegneri green o da inventori, ma da una caffetteria dell’Uzbekistan, uno Stato piuttosto noto per la conservazione e la produzione di frutta e verdura. Lo scopo primario è quello che stiamo inseguendo tutti quanti da parecchio tempo: eliminare la plastica dalla vita quotidiana. Purtroppo il sistema produttivo è piuttosto riluttante a farlo, specie nel packaging, l’imballaggio alimentare obbligatorio secondo le leggi comunitarie.
E finora questo tipo di imballaggio è stato composto quasi esclusivamente da plastica, e con qualche eccezione anche dal cartone, che è più facile da riciclare. Questa caffetteria dell’Uzbekistan ha tirato fuori un sistema innovativo di riciclaggio, che in realtà tanto innovativo non è, dato che è una pratica molto antica tra gli indigeni.
Sostanzialmente è un metodo di conservazione e di stoccaggio degli alimenti quali frutta secca, noci e spezie, che veniva già utilizzato in passato dalle popolazioni indigene. La zucca in questione che sostituisce il contenitore di plastica è il calabash, conosciuto anche come zucca di bottiglia. Ovviamente prima di essere utilizzata come contenitore, la zucca dove essere pulita ed asciugata. Difatti la presenza dell’acqua nel contenitore l’avrebbe reso più soggetto alla proliferazione di muffe e batteri. Ed ora, grazie alla collaborazione con l’agenzia pubblicitaria Synthesis, è stato possibile in questa caffetteria dell’Uzbekistan sostituire le confezioni di plastica con le lagenarie secche ovvero dei tipi di zucca.
Come accennato in precedenza, il packaging di plastica è quanto di più devastante c’è a livello di impatto ambientale. La plastica impiega dai 100 ai 400 anni per decomporsi nell’ambiente. Nel frattempo inquina mari, terre, spiaggia, e compromette la vita di molte specie vegetali ed animali. La zucca in questione invece, oltre ad essere ecologica, perché riciclata da un prodotto commestibile, ha il tempo di decomposizione di circa un anno. Una differenza sostanziale. Il marchio è stato depositato dall’agenzia pubblicitaria, e con questa piccola iniziativa si potrebbe lanciare un nuovo brand da diffondersi al di fuori dei confini nazionali.
Dei nuovi legami tra la "carne finta" e gli stati di depressione sono emersi a…
Quante volte abbiamo mangiato i datteri a Natale? Dopo un pranzo abbondante, spesso accompagnano dolci,…
Indossi il cappello con il pon pon? In pochi sanno che potrebbe essere legato a…