Il Giappone, per voce del suo primo ministro, conferma l’intenzione di abbandonare l’energia nucleare a favore di nuovi investimenti nelle fonti rinnovabili. Il premier Naoto Kan ha infatti dichiarato che la dismissione della politica nucleare sarà progressiva ma che risulta necessario realizzare un futuro in cui le energie rinnovabili siano prevalenti, assolute.
L’incidente di Fukushima ha fortemente segnato la visione giapponese circa l’energia verde, a cui è stato dato un forte impulso in seguito ai tristi noti fatti. Il capo di Stato del Giappone ha aggiunto, inoltre, che potrebbe volerci anche un decennio per poter spegnere ed eliminare definitivamente i reattori della centrale, senza considerare gli anni entro cui saranno smaltite le scorie nucleari.
L’obiettivo finale è l’abbandono totale al nucleare in favore di un’energia pulita, come l’energia eolica o l’energia solare: quasi incredibile se si considera che, prima di Fukushima, il Giappone aveva 54 reattori e pensava di aumentare le proprie attività nucleari del 50% rispetto a quanto prodotto nel 2010. Attualmente, sono 19 ne funzionano, gli altri sono bloccati per manutenzione o in seguito alle conseguenze del terribile terremoto in Giappone: torneranno in funzione solo dopo aver superato rigorosi test per garantire energia elettrica al paese nei prossimi mesi, anche se comunque la previsione resta quella di una progressiva dismissione.
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