Il ritorno dalle vacanze, soprattutto da quelle estive, è caratterizzato dal jet lag e da fattori di stress: come superare questa fase.
Un gruppo di scienziati della Northwestern University e del Santa Fe Institute avrebbero trovato la soluzione al momento più difficile al termine di un periodo di vacanza, soprattutto estiva e in particolar modo all’estero, magari in un Paese dal fuso orario diverso dal nostro. Stiamo parlando del jet lag, i cui effetti sono spesso devastanti per la nostra salute, sia fisica che mentale. Come noto, si tratta di un effetto che si verifica quando il nostro orologio biologico interno non è più sincronizzato con l’ambiente circostante.
I primi e più importanti danni del jet lag sono legati a disturbi del ciclo del sonno, ma l’equipe di scienziati ha lavorato per provare a ridurre questi cambiamenti che non ci fanno assolutamente bene. In generale, il ritorno dalle vacanze mette da sempre ansia e questo influenza anche il nostro lavoro. Cerchiamo in parole semplici di spiegare cosa sostiene il gruppo di scienziati.
A regolare l’orologio biologico è principalmente il cosiddetto nucleo soprachiasmatico o SCN, che si trova in una regione del cervello chiamata ipotalamo: questo nucleo è fortemente influenzato dalla luce. Al contempo, il nostro orologio biologico è regolato anche da altri organi, che sono più reattivi al cibo. Per modificare il nostro orologio biologico, non è dunque necessario spostarsi di fuso orario: basta – come puntualmente avviene durante le vacanze – cambiare abitudini alimentari ed esposizione alla luce.
In buona sostanza, ci sono dei rischi per il nostro orologio biologico anche se viviamo maggiormente di notte oppure mangiamo al buio la sera. Chiaramente, quando viaggiamo in un fuso orario diverso, la cosiddetta interruzione circadiana e con questa gli scompensi al nostro orologio biologico. Per tale ragione, quando torniamo da un viaggio all’estero, ci mettiamo di più a riprenderci dal jet lag.
Problemi digestivi, malattie cardiovascolari e invecchiamento accelerato sono i rischi più comuni legati al jet lag, che quindi ha conseguenze sulla salute anche a lungo termine e i cui effetti si vedono soprattutto con l’avanzare degli anni. Ma non solo: noi parliamo di orologi biologici, ma ne dovremmo parlare al plurale e infatti quello che emerge dallo studio recentemente portato avanti da questo gruppo di scienziati è che il maggior errore che si fa è quello di studiare un orologio biologico per volta e non un sistema complessivo che regola il nostro corpo.
Gli scienziati, guidati da Yitong Huang, primo autore dello studio, hanno provato così a costruire un modello matematico che metta insieme gli orologi interni, basandosi su due serie di oscillatori: quelli controllati dal cibo e quelli controllati dalla luce. Questi oscillatori si influenzano a vicenda, oltre a fare i conti con fattori esterni. Osservando questi movimenti oscillatori, gli scienziati sono arrivati a stabilire in estrema sintesi che per sincronizzare meglio il nostro orologio biologico bisogna fare in modo di non perdere le proprie abitudini.
Huang fa un esempio molto chiaro: “Consumare un pasto più abbondante la mattina presto del nuovo fuso orario può aiutare a superare il jet lag”. Insomma, anche in vacanza sarebbe buona norma quantomeno consumare i propri pasti più o meno alla stessa ora in cui si consumano a casa e ancora meglio evitare di farlo in orari notturni. Piccoli accorgimenti che renderanno più lieve il rientro, ma soprattutto – visto quanto detto in precedenza – ci aiuteranno a invecchiare meglio.
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