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Che cosa sono gli additivi?
Gli additivi alimentari sono dei composti chimici che vengono aggiunti ai cibi con differenti scopi. Il loro obiettivo non si riduce soltanto a prolungarne la conservazione, ma dovrebbero servire anche a migliorare l’aspetto e il sapore. Le norme, che valgono sia in Italia che in ambito internazionale, prescrivono che le sostanze utilizzate non debbano rappresentare alcun pericolo per la salute e, anche per questo, devono essere chiaramente indicate sulle etichette. Il consumatore, infatti, deve essere consapevole di ciò che sta acquistando. In Europa gli additivi autorizzati sono contrassegnati da un numero preceduto dalla lettera E.
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I coloranti e i conservanti
Il vantaggio dei coloranti consiste nel fatto che essi riescono ad offrire uno standard estetico del prodotto. A volte sentiamo parlare di coloranti “naturali”, ma non bisogna dimenticare che spesso si può trattare di derivati da sintesi, che riproducono in tutto e per tutto le molecole naturali.
Sotto il nome di conservanti rientrano diverse sostanze, come gli antisettici, gli antibiotici e gli antifermentativi. La loro funzione è quella di evitare che si abbia il deterioramento dei cibi ad opera di batteri, di lieviti o di muffe. E’ da specificare che il loro uso potrebbe diminuire, se si usassero maggiori accorgimenti nell’igiene e nei materiali per l’inscatolamento.
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I coloranti (parte 1)
Il punto è uno: quanto ci si può fidare? Le sostanze usate con additivi alimentari possono rappresentare un rischio? In alcuni casi dovremmo diffidare, lasciando il beneficio del dubbio, visto che non tutti gli esempi sono rincuoranti. Ne possiamo fare alcuni.
E122, ovvero azorubina o carmoisina: è un colorante sintetico azoico, di colore rosso con sfumature bluastre. E’ proibito in Austria, Norvegia e in Svezia. Secondo le associazioni dei consumatori australiane l’azorubina è un allergene pericoloso per la salute, soprattutto per le persone asmatiche e intolleranti all’aspirina (e ai farmaci antifebbrili e antinfiammatori).
E 123 è l’amaranto, che è ammesso solo per il caviale. Sarebbe accusato di essere mutageno, potrebbe provocare delle eruzioni cutanee e presenterebbe delle controindicazioni per chi è allergico all’aspirina, ma anche per chi soffre d’asma.
Andiamo poi ad E 127: l’eritrosina, che possiamo trovare nelle caramelle, nei gelati e nella frutta sciroppata. Se viene usata a dosi elevate, potrebbe provocare un maggiore rischio di incorrere nei tumori della tiroide.
L’E 102 è la tartrazina, che potrebbe essere presente nei dolci, nelle bibite, nelle conserve vegetali (tranne quelle di pomodoro) e nel gelato allo zabaione. Ci sarebbero, per questo additivo, delle specifiche controindicazioni per coloro che possono manifestare reazioni allergiche all’aspirina e sarebbe sconsigliato in particolare per i bambini.
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I coloranti (parte 2)
E131: è un colorante artificiale di colore blu scuro. Può causare allergie, con prurito, nausea e ipotensione. Alcune persone hanno riportato shock anafilattici.
L’E 133 è il blu brillantante. Si tratta di un elemento rintracciabile nei prodotti di pasticceria, caseari, nei gelati, nelle caramelle e nelle bibite. In senso stretto è un pigmento che deriva dalla distillazione del carbone e che tempo fa era vietato in differenti Paesi europei, fra i quali anche l’Italia. L’Unione Europea l’ha dichiarato innocuo. Potrebbe determinare delle allergie. Inoltre il gruppo di supporto che si occupa dei bambini iperattivi ha ribadito l’importanza di eliminare questo additivo dai cibi che fanno parte del regime alimentare dei bambini.
E151: è anche denominato Nero Brillante BN. Può causare allergie e intolleranze alimentari. Soprattutto nei soggetti intolleranti all’aspirina. Può peggiorare l’asma.
Se combinato con i coloranti E210 e215) causa iperacidità nei bambini.
Non va superata la dose di max 5 mg per kg di peso corporeo perché può trasformarsi in composti nocivi all’interno dell’organismo. Problemi simili vengono riscontrati con l’E155.
Se volete evitare guai, il consiglio è uno solo: informatevi. Aprite il frigorifero, leggete quali additivi alimentari sono contenuti negli alimenti che avete acquistato e fate una ricerca su Internet su siti autorevoli. Se qualcosa non vi convince, non compratelo mai più.
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I conservanti
I conservanti vengono utilizzati per preservare gli alimenti dal deterioramento. Alcuni però possono essere pericolosi per la salute. Ecco qualche esempio.
I solfiti vanno assolutamente evitati da chi ne è allergico.
Il benzoato di potassio (E212) se combinato con l’acido ascorbico (vitamina C) può formare benzene. Il benzene è cancerogeno.
La formaldeide (nell’industria alimentare utilizzata col codice E240) è un prodotto controverso. Viene utilizzata in molti ambiti: imbalsamazione, produzione di vaccini, produzione di vernici, rivestimenti e isolanti. C’è solo un piccolo problema: è stato accertato che provoca il cancro sui roditori. La formaldeide è in grado di interferire con i legami tra DNA e proteine. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) inserisce la formaldeide nel gruppo 2A (limitata evidenza di cancerogenicità per l’uomo ed evidenza sufficiente di cancerogenicità per gli animali).
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Il salmone bianco
Siamo abituati a considerare il salmone come un pesce dal caratteristico colore rosa. Tuttavia forse non tutti sanno che in natura si tinge in seguito alla propria alimentazione costituita da alghe e crostacei. Che cosa succede, invece, per il salmone allevato? In certi casi si tenderebbe a forzare un po’ la mano. Ai pesci si fanno mangiare dei coloranti controllati secondo disposizioni di legge. Tuttavia, fra le sostanze utilizzate, c’è anche un pigmento che è accusato di provocare danni alla retina. Ecco perché l’Europa ha stabilito maggiori restrizioni nell’uso della cantaxantina.
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Mangiamo insetti
Qualcuno preferirebbe contraddire: a volte ci ritroviamo a mangiare insetti. Avete presente l’acceso colore rosso che possiamo trovare nei succhi di frutta, nei frappè, nei dolci o nei gelati? Si tratta di cocciniglia. Migliaia di questi insetti vengono tritati ed usati come appositi coloranti. Corrisponde all’E 120. Basti pensare che, per la produzione di un chilo di questo additivo, servono circa 80.000 – 10.000 insetti, i quali in America vengono allevati, per estrarne l’acido carminico, per mezzo di un processo in cui ci si serve dell’acqua calda.
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L’aspartame
Anche i dolcificanti artificiali, come l’aspartame, sono stati spesso al centro del dibattito. In particolare, l’aspartame è un edulcorante, che è ottenuto da due aminoacidi e viene usato in moltissimi prodotti. Ha un potere dolcificante alto e apporta poche calorie. In Europa l’uso è autorizzato in bevande, gomme da masticare, pasticceria, latticini e dietetici. Il problema è legato principalmente alla quantità che se ne assume. Giornalmente è ammessa una dose accettabile pari a 40 mg/kg/giorno (kg indica il peso corporeo). Qualcuno ha ipotizzato dei potenziali effetti cancerogeni. Entro questo livello, tuttavia, non ci sarebbero rischi per la salute. I soggetti che dovrebbero stare attenti a consumarlo sono coloro che sono affetti dalla fenilchetonuria. Bisogna, comunque, specificare che il comitato nazionale per la sicurezza alimentare ha suggerito una maggiore attenzione nei confronti di questa sostanza.
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Glutammato monosodico
Il glutammato monosodico è un esaltatore di sapidità che possiamo trovare in molti cibi in scatola, nelle carni trasformate, nei dadi da brodo e in tanti altri piatti già pronti o pietanze esotiche. Anche se la Food and Drug Administration (FDA) lo ha definito fondamentalmente sicuro, il suo uso rimane controverso. Potrebbe essere legato allo sviluppo di alcune malattie malattie degenerative, come il morbo di Parkinson, la SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) e il morbo di Huntington.
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L’aroma di vaniglia
Avreste mai pensato che il sapore di vaniglia, o l’aroma di fragola e lampone, potessero derivare dalle ghiandole anali del castoro? Ebbene sì: il castoro ha una dieta a base di cortecce e foglie, e questo gli permette di secernere il castoreo, sostanza dolciastra che fuoriesce dalle sue ghiandole anali per marcare il territorio. Molte aziende alimentari lo utilizzano per aromatizzare caramelle e alimenti in generale con la presentazione di ‘sapore di vaniglia’ o ‘di lampone’. In realtà di ‘saporito’ c’è ben poco, considerando che i castori, per quest’operazione, nel migliore dei casi vengono sedati. Altrimenti vengono uccisi. Va da sé che si consiglia vivamente di non partecipare a questo scempio con l’acquisto di prodotti aromatizzati alla vaniglia, anche perché spesso il castoreo è indicato fra gli ingredienti come ‘aroma naturale’, per cui è difficile constatare o meno la sua presenza. Il castoreo viene incorporato in molti profumi anche, come nel caso di Emaraude di Coty, Cuir de Russie di Chanel, Magie Noire di Lancôme, Caractère di Daniel Hechte.
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