Nei nostri cieli si nasconde una triste realtà a cui in pochi prestano attenzione: le conseguenze del traffico aereo sulla salute del pianeta.
Un rombo nel cielo potrebbe raccontare molto più di un viaggio o di una destinazione lontana. Potrebbe nascondere delle realtà cariche di conseguenze che tutti noi ignoriamo, non alzando nemmeno gli occhi. Cosa succede quando la comodità del volo diventa un peso per il pianeta? Gli aerei, quelle soluzioni ingegneristiche che ci portano lontano in poche ore, nascondono una verità meno affascinante a cui andrebbe prestata attenzione con una certa urgenza.
Ogni decollo lascia una traccia, non solo nell’aria, ma anche nelle statistiche globali sul cambiamento climatico. Il settore aeronautico è responsabile di circa il 3% delle emissioni globali di anidride carbonica legate alle attività umane. Un numero che sembra piccolo, ma che cresce velocemente, raddoppiando dal 1990 al 2019. L’aumento dei voli e la dipendenza dal trasporto aereo rendono questo fenomeno un problema che non possiamo più ignorare.
La realtà dietro il traffico aereo
Ogni viaggio aereo non produce solo CO2. Gli aerei rilasciano ossidi di azoto (NOx), vapore acqueo e particolato ultrafine. Quest’ultimo è particolarmente pericoloso perché, con le sue dimensioni inferiori a 100 nanometri, può penetrare profondamente nei tessuti umani, raggiungendo il cervello e persino la placenta. Nonostante le prime segnalazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità risalgano a oltre quindici anni fa, non esistono ancora regolamentazioni che limitino la concentrazione di queste particelle nell’atmosfera.
Le emissioni non si fermano ai gas. Il rumore incessante degli aerei, che molti considerano una semplice presenza di fondo, ha un impatto significativo sulla salute umana. Stress, disturbi del sonno e problemi cardiovascolari sono solo alcune delle conseguenze riscontrate nelle persone che vivono vicino agli aeroporti. La loro qualità della vita è compromessa, e gli effetti si estendono anche agli ecosistemi circostanti.
Uno studio promosso da Transport & Environment ha rivelato che circa 52 milioni di europei vivono entro 20 chilometri dai maggiori aeroporti, esponendosi a particelle pericolose che possono causare malattie croniche come ipertensione, diabete e demenza. È un problema che va ben oltre le città con grandi scali: riguarda la salute pubblica a livello globale.
Aerei, una realtà da cambiare con urgenza
Sebbene l’Unione Europea abbia avanzato proposte ambiziose per ridurre le emissioni legate al trasporto aereo, il settore continua a operare con una relativa libertà. Il Pacchetto Clima ed Energia 2030 prevede obiettivi chiari, ma le regolamentazioni stringenti tardano ad arrivare, lasciando il tempo all’inquinamento di crescere.
Le pressioni per un cambiamento arrivano anche dalle organizzazioni non governative. ISDE, Greenpeace e WWF lavorano per sensibilizzare il pubblico sull’impatto degli aerei e chiedono politiche più severe. Campagne di informazione mettono in luce non solo il danno ambientale, ma anche i rischi per la salute. Questi sforzi puntano a favorire il passaggio a tecnologie più sostenibili, a un uso più razionale dei voli e a una maggiore tassazione sui carburanti inquinanti come il cherosene.
Secondo Antonella Litta di ISDE Italia, è fondamentale promuovere alternative concrete, come il potenziamento dei trasporti ferroviari per ridurre i voli a corto raggio. Litta ha evidenziato il legame diretto tra il traffico aereo, il cambiamento climatico e le patologie che colpiscono le persone che vivono vicino agli aeroporti o lavorano al loro interno.
L’inquinamento correlato al traffico aereo
Studi condotti intorno a grandi scali come quello di Amsterdam Schiphol hanno rivelato dati allarmanti. I residenti nelle vicinanze mostrano tassi elevati di malattie croniche, con 350.000 casi di ipertensione, 420.000 di diabete e 23.000 di demenza legati all’esposizione alle particelle ultrafini emesse dagli aerei.
La soluzione non può essere solo tecnologica. Per ridurre l’impatto ambientale dell’aviazione, è essenziale cambiare il modo in cui pensiamo ai viaggi. Privilegiare il treno, soprattutto nei collegamenti a corto raggio, non è solo una scelta pratica, ma anche un gesto consapevole verso il pianeta. La transizione verso carburanti sostenibili e una tassazione più equa sul trasporto aereo potrebbe ridurre significativamente le emissioni. Ma queste misure devono essere accompagnate da una riflessione culturale più ampia.