L’Afghanistan sta risentendo più di molti altri Paesi della siccità, anche a causa di una gestione errata delle risorse idriche. Agricoltura a rischio.
La siccità è un tema caldo in estate. E da qualche anno a questa parte lo è tutto l’anno. Non si deve dimenticare che l’effetto dei cambiamenti climatici è rappresentato non solo da un innalzamento medio delle temperature, ma anche dall’alternanza siccità – eventi climatici estremi, come ad esempio le alluvioni. Acqua che serve a poco se non a distruggere campi e case. E secondo la FAO, la situazione in Afghanistan è diventata emergenziale. L’acqua è diventata un bene prezioso al punto che alcuni cittadini di Kabul arrivano a chiedere un prestito per poter comprare acqua potabile.
Questo dà solo minimamente la misura della condizione emergenziale che i cittadini afghani vivono quotidianamente. La situazione è resa ancora più grave da quando i talebani hanno ripreso il potere sulle terre. Da ogni parte si invocano aiuti umanitari, che spesso e volentieri vengono drasticamente ridotti dal governo fondamentalista islamico.
La siccità non è un pericolo solo per il fabbisogno idrico umano, ma anche per quello alimentare. Difatti l’agricoltura da qualche anno a questa parte sta incontrando sempre più ostacoli a portare a termine il raccolto. L’assenza di acqua ha costretto i contadini ad abbandonare i campi ed a rivolgersi verso altre professioni, lasciando così inaridire maggiormente le terre, che in futuro saranno difficili da convertire nuovamente in campi agricoli.
Secondo la FAO oltre 7 milioni di persone in Afghanistan vivono di agricoltura ed allevamento. Oltre all’impoverimento progressivo, la critica situazione idrica ha limitato fortemente la disponibilità di cibo per tutta la popolazione. I terreni sono a rischio desertificazione. La conseguenza è che almeno una persona su tre è a forte insicurezza alimentare in Afghanistan. Questa stima della FAO risale a due anni fa. Senza dubbio il numero è aumentato. Con la carenza egli aiuti umanitari, sarà molto difficile ripristinare una situazione sostenibile nel breve periodo. Con la conseguenza che si potrebbe arrivare a condizioni irrecuperabili.
La scarsità idrica è talmente grave che gli afghani invocano la pioggia. Che invece non arriva. L’effetto dei cambiamenti climatici in Afghanistan è particolarmente pesante. Secondo le Nazioni Unite è il sesto Paese al mondo a risentire degli effetti del climate change. Con l’aggravante di un governo che ha chiuso le frontiere con l’esterno, rendendo impossibili gli aiuti umanitari dall’estero. Gli afghani sono vittime, come anche in altri Paesi come gli Stati africani, di quella che viene definita ingiustizia climatica. Ogni afghano produce circa 0,2 tonnellate di anidride carbonica ogni anno. Ogni americano 15 tonnellate. E paradossalmente, a risentire di più degli effetti di queste emissioni sono proprio i Pesi che ne producono meno. Dunque minore responsabilità, penalità maggiore = ingiustizia climatica.
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