L’agenzia per l’energia nucleare è ormai in piena crisi: merito delle fonti rinnovabili, dell’esito del referendum di giugno e, ora, anche delle dimissioni di Umberto Veronesi, uomo e medico autorevole che ha sempre creduto nella bontà del progetto e nella creazione dell’ente. Ma, dice, è mancata la lungimiranza e la concretezza per uno sviluppo concreto del progetto e quindi le sue dimissioni erano ormai inevitabili.
Anche perché, come ha detto il Professore, non era suo interesse occuparsi solo di scorie nucleari dato che lui, in questo progetto, ci aveva messo la faccia: la sua presenza ai vertici doveva essere il segnale positivo per gli italiani, per credere nelle centrali nucleari e nella loro necessità per smarcarsi dai paesi fornitori ed avere una piena e propria efficienza energetica. Ma così non è stato. Forse per l’impatto emotivo di Fukushima, come dicono in molti, o forse no. Le energie rinnovabili, finalmente, iniziano a prendere piede anche in Italia nonostante i tentativi di tagliarne i contributi e, si spera, possano avere un futuro che non si limiti all’energia solare ma che si possa estendersi sempre più e sempre meglio al geotermico e agli impianti eolici, ad esempio.
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