Nella tarda serata del 12 agosto 1900, si verificò a Roma un terrificante incidente ferroviario lungo la linea Firenze-Roma, passato alla storia come il disastro di Castel Giubileo.
Il XX secolo si era aperto da qualche mese, quando l’Italia venne sconvolta dall’omicidio del re Umberto I, ucciso durante una cerimonia sportiva tenutasi il 29 luglio a Monza. Il sovrano, in carica dal gennaio 1878, mentre si trovava tra la folla, venne raggiunto da alcuni colpi di pistola esplosi dall’anarchico Gaetano Bresci. I funerali del re vennero celebrati quasi due settimane più tardi, il 9 agosto a Roma, dove due giorni dopo si tenne l’incoronazione del successore, Vittorio Emanuele III.
Le diverse delegazioni di nobili e regnanti di altre Nazioni, che presero parte ad entrambe le cerimonie, lasciarono la Capitale in treno il 12 agosto. Proprio uno dei convogli in questione venne coinvolto in uno degli incidenti ferroviari più gravi della storia del nostro Paese: il disastro di Castel Giubileo.
Il 12 agosto del 1900 un terribile incidente ferroviario segnò la storia del nostro Paese, fra i passeggeri anche personalità note. Il treno quella notta partì da Roma con alcuni minuti di ritardo, la causa era legata ai freni che non funzionavano bene. Problema che non cessò neanche dopo la partenza dalla stazione Termini, infatti poco dopo il treno si fermò.
Purtroppo, però, all’epoca il sistema che permetteva il blocco ferroviario era ancora poco diffuso. Per favorire il fermo, a quel tempo, si utilizzava un’altra tecnica, ovvero: dal treno (che presentava un problema) scendeva il frenatore di coda del convoglio e doveva portare con sé una torcia per poi raggiungere, percorrendo la strada opposta a piedi, il treno che era in arrivo. Purtroppo, però, l’uomo non farà in tempo ad avvisare nessuno, perché inciampò e perse i sensi. In arrivo il treno 89-bis diretto a Falconara che non riuscì ad evitare l’impatto con il convoglio fermo.
Il granduca Pietro di Russia, che era a bordo, cercò immediatamente di scongiurare il peggio e per evitare l’esplosione della caldaia del treno spense la caldaia. Dopo qualche ora re Vittorio Emanuele III venne a conoscenza del drammatico incidente. Purtroppo, però, la carrozza utilizzata dai reali richiedeva del tempo per essere allestita. Il re e la regina raggiunsero quella notte la stazione di Termini a piedi e presero a noleggio due carrozze.
Il sovrano riuscirà a raggiungere il luogo del disastro nella tarda nottata. Da quel momento, non si muoverà da lì fin quando tutte le vittime e i morti non saranno stati portati via. Il bilancio finale sarà di 20 vittime e centinaia di feriti.
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