Brutte notizie in quel di Mantova e provincia: è in atto un serio allarme per le coltivazioni di mais nel mantovano. Pare infatti che il maltempo che ha caratterizzato questa estate, che nelle alte zone di Mantova ha rilevato trombe d’aria e grandine in quantità, abbia favorito il proliferare di tossine provenienti da un fungo particolare. Queste aflatossine (così si chiamano) sono cancerogene, per cui gli agricoltori si vedono costretti a rinunciare ai raccolti dato che le colture contaminate risultano immangiabili. L’allerta è stata lanciata dall’Associazione Provinciale Imprese di Meccanizzazione Agricola (Apima) di Mantova.
Ecco alcuni consigli utili ai contadini per “salvare” i raccolti prima che sia troppo tardi. Innanzitutto, fare molta attenzione al grado di umidità del prodotto coltivato: una volta che è stato raggiunto il 22-23% di umidità, bisognerà raccoglierlo subito e non aspettare che secchi naturalmente. E’ necessario seccare immediatamente il mais, una volta raccolto, e non dovrà rimanere ammassato sui piazzali per oltre 24 ore dalla coltura. Bisogna evitare quanto più possibile di aspettare, onde evitare che si inneschino fenomeni di fermentazione, solo così si potrà avere un prodotto di qualità ma, soprattutto, incontaminato dalle aflatossine.
Qualora ci siano degli eventi che impediscono di agire come sopra, e quindi non si riesce ad evitare che il raccolto venga infettato, gli agricoltori non dovranno mangiarsi le mani: il prodotto non sarà idoneo al consumo degli esseri umani, ma potrà esserlo per gli animali da stalla. Ma non solo: meglio ancora, questi raccolti esiccati e rifiutati hanno il potere di creare energia elettrica tramite la digestione anaerobica del biogas come integrazione dei reflui zootecnici.