Sono modelli di agricoltura ad ampio raggio che partono dal basso e si diffondono grazie alla buona volontà ed all’impegno degli imprenditori agricoli
Diversi analisti, specialmente improntati su un’idea integrativa delle problematiche ambientali, ritengono che l’ecologia, o meglio dire, l’ambientalismo, non sia un settore separato, bensì che si completa con le altre problematiche dell’esistenza. Volente o nolente, si deve ammettere che i diritti ambientali, quando riconosciuti, vanno pari passo con un’implementazione dei diritti umani e di genere. Da questo presupposto nasce l’agricoltura sociale. In un mondo dove la carenza di cibo, causata da condizioni singole, ma in generale da eventi climatici e politiche europee che hanno abbandonato il welfare, è sempre più impattante, le soluzioni alla crisi ambientale possono andare a braccetto con le soluzioni alla crisi economica.
L’agricoltura sociale non è solo una realtà portata avanti da progetti locali, ma anche un modello, su cui lavorare per renderlo sempre più inclusivo e presente sul territorio. Tramite questo esempio si possono aiutare cittadini nell’autoproduzione di cibo a basso impatto ambientale.
Come spesso accade, i modelli teorici, per quanto virtuosi, sono destinati a fallire per le difficoltà di realizzazione. Questa volta invece il modello teorico si è scoperto dopo la pratica. E questo perché l’agricoltura sociale si articola partendo da esigenze reali, come la soluzione al reperimento del cibo, difficoltà di accesso ai sistemi sanitari, e integrazione tra diverse culture che abitano lo stesso spazio. Il tutto con un obiettivo comune: prendere dalla terra ciò che vuole donare avendo prima di tutto rispetto di essa.
In Italia l’agricoltura sociale è normata dalla legge 141/2015. Quindi una realtà non esattamente dell’ultima ora, ma che ha intensificato la sua presenza negli ultimi anni, quelli in cui la parola crisi si è maggiormente estesa a tutte le necessità. Richiede la collaborazione di imprese locali, cooperative sociali e si muove principalmente su quattro principi:
Secondo le stime, in Italia le aziende dedite all’agricoltura sociale sono aumentate di sette volte nel decennio dal 2010 al 2020, arrivando a 3.500, con 38 mila addetti e un fatturato di 300 milioni. Ecologia e supporto sociale sono le parole chiave di queste pratiche. A cui il settore pubblico dovrebbe provvedere, ma che purtroppo si rivela piuttosto assente. Ed allora i progetti locali, avallati dalle Regioni, ne fanno le veci.
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