L’agrivoltaico aiuta a risolvere le problematiche delle occupazioni solo del fotovoltaico e allo stesso tempo migliora l’agricoltura.
Le energie rinnovabili ormai si sa che sono l’unica strada percorribile per un futuro senza dover necessariamente rinunciare ai consumi a cui la società occidentale è abituata. Allo stesso tempo, come ogni tecnologia che si trova agli esordi, c’è un risvolto della medaglia non indifferente. Il fotovoltaico è la forma più antica di produzione di energia rinnovabile.
Esiste da oltre vent’anni. Nonostante ciò in realtà lo sfruttamento dell’energia eolica è ancora precedente, ma in forme decisamente rudimentali. Inoltre il fotovoltaico offre il vantaggio di poter essere facilmente installato anche da privati. Per questo l’obiettivo della comunità europea è di portare entro un decennio buona parte delle strutture pubbliche e private ad un’autonomia energetica.
Una delle problematiche legate ai pannelli fotovoltaici e l’ampia occupazione di suolo. Delle stime statunitensi che risalgono a qualche anno fa affermano che per compensare la quantità di energia richiesta quotidianamente, non basterebbe ricoprire l’intera superficie terrestre con i pannelli fotovoltaici. Fortunatamente, il fotovoltaico è supportato anche da altre forme di energie alternative, quali quella eolica o idrica. Le ricerche sulle energie rinnovabili e sulle tecnologie di produzione green, si stanno evolvendo molto rapidamente, per risolvere il problema dell’occupazione del suolo. Specialmente per il fatto che si potrebbe sottrarre eccessiva quantità di terreno dedicata all’agricoltura. E da questi presupposti nasce l’agrivoltaico.
Per risolvere il problema dello spazio, numerose aziende stanno utilizzando dei luoghi presumibilmente inutilizzati, quali il deserto o l’acqua, impiantando dei pannelli fotovoltaici galleggianti o che ricoprono ampi spazi all’interno del deserto, per antonomasia luogo dove non cresce nessuna forma vegetale utile all’uomo.
È necessario sottolineare, in veste ecologica, che sia nel deserto che sull’acqua e l’installazione di pannelli fotovoltaici può turbare non poco la biodiversità del territorio. L’agrovoltaico per ora sembra la soluzione più convincente a stretto giro, ed anche con costi piuttosto sostenibili. Si tratta di pannelli solari installati su campi agricoli ad una altezza di 5 m dal terreno. Questo offre diversi vantaggi. Da una parte la coltivazione sottostante che può essere garantita. Da cui deriva lo sfruttamento del terreno in verticale su due strati .
Dalle stime sui pannelli agrivoltaici, emerge che non solo essi non turbano l’equilibrio naturale dell’area coinvolta, ma possono anche migliorare le condizioni di un’agricoltura sostenibile. Alcuni tipi di coltivazioni, quale ad esempio quella dei peperoni, può essere facilitata dall’ombreggiamento che deriva dalla copertura col pannello agrivoltaico. Allo stesso tempo, le coltivazioni al di sotto del pannello, sono avvantaggiate da una minore esposizione solare durante i periodi caldi, che consente di trattenere maggiori risorse idriche, contrastando parzialmente il fenomeno della siccità che sta diventando sempre più urgente in Italia. Per i questi motivi, gli investimenti sulla tecnologia dell’agricolvoltaico sono in crescita. Gli imprenditori che vogliono installarli possono accedere a numerosi incentivi pubblici che provengono dai fondi europei e che si traducono nel PNRR.
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