Agrumi, discendono tutti da tre capostipiti: scopri caratteristiche e proprietà delle varietà che hanno dato origine alle altre.
Versatilissimi in cucina, dove vengono adoperati principalmente in veste di condimento, e altrettanto utili in una vasta gamma di impieghi che, spesso e volentieri, non hanno nulla a che vedere con i fornelli domestici.
Sono gli agrumi, frutti classificati come esperidi e caratteristici per via della “polpa traslucida e composta da spicchi isolati da una membrana” (come riporta un approfondimento di My-personaltrainer). Innumerevoli le varietà che rientrano in questa particolare categoria: dal limone al cedro, dall’arancia al mandarancio, fino ad arrivare a pompelmo, lime e chinotto.
L’impiego degli agrumi si estende nei campi più disparati. Dalle pulizie domestiche, dove sono particolarmente apprezzate le proprietà sgrassanti del limone, fino alla cura della persona.
D’altro canto, non è un mistero che ai soggetti carenti di vitamina C si prescrive l’assunzione di spremute d’arancia (qui troverai alcuni suggerimenti su come prepararle rapidamente, e senza fatica).
In questo articolo, oltre ad approfondire proprietà e caratteristiche degli agrumi, ti sveleremo una verità di cui, molto probabilmente, non hai mai sentito parlare in vita tua. Sapevi, a questo proposito, che vi sono tre capostipiti originari da cui discendono tutti gli altri agrumi?
Proprietà e caratteristiche degli agrumi
Quando si parla di agrumi, il riferimento è a tutti quei frutti esperidi appartenenti al genere Citrus. Quest’ultimo, facente capo alla famiglia delle Rutacee, ha avuto origine in luoghi quali il sud-est asiatico e l’estremo Oriente. Ciò nonostante, nel corso dei secoli, le varietà di Citrus sono state esportate pressoché in tutto il mondo, Europa compresa.
Per primo è arrivato il cedro, il cui approdo nel continente risale addirittura all’epoca romana. Successivamente, gli arabi hanno importato varietà quali l’arancio e il limone, a cui ha fatto seguito, nel 16esimo secolo, l’arrivo dell’arancio dolce per mano dei portoghesi. Al 19esimo secolo, infine, risalgono le prime piante di mandarino in Europa.
Coltivati in tutte quelle zone ove sia presente un clima temperato o subtropicale, gli agrumi si riconoscono per via del caratteristico sapore agro, nonché per la polpa traslucida, suddivisa nei caratteristici spicchi. L’asprezza degli agrumi, ovviamente, muta in base alle varietà stesse (più spiccata nel cedro e nel limone, molto meno nell’arancio).
Questi frutti, in linea generale, giungono a maturazione in un periodo che si estende da dicembre a maggio. Proprio in virtù della loro versatilità, in cucina possono essere impiegati nelle modalità più disparate.
Perfetti da consumare crudi, o magari per sfruttarne il succo a mo’ di condimento, essi possono divenire gli ingredienti principali di sughi per la pasta, torte, e tante altre preparazioni dolci e salate (qui per scoprire la ricetta della gustosissima marmellata di limone).
Mandarino, cedro e pomelo: i capostipiti da cui hanno avuto origine le altre varietà
Anche nella famiglia degli agrumi possono essere individuati i capostipiti di tutte le altre varietà. Nella fattispecie, si tratta di mandarino, cedro e pomelo. Questi ultimi, infatti, sono gli unici agrumi non derivanti da ibridazioni tra le varie specie. Pertanto, è possibile classificarli come “specie ancestrali”, dalle quali hanno avuto origine tutti gli incroci naturali.
La provenienza dei suddetti capostipiti è da collocare in aree quali la Cina, il sud-est asiatico e l’India. Come spiega Alessandra Gentile, docente presso il dipartimento di Agricoltura dell’Università di Catania, “studi di similarità genetica fra le specie di agrumi hanno permesso di identificare nel cedro, nel mandarino e nel pummelo i capostipiti delle altre specie”.
Ma quali sono, volendo approfondire la suddetta categoria di frutti, le varietà più rare di agrumi in cui possa capitare di imbattersi? Resterete a bocca aperta di fronte agli innumerevoli ibridi che sono stati creati. E tutti a partire dai capostipiti originari.
Agrumi, alla scoperta delle varietà più rare: quasi nessuno le conosce
Avete mai sentito nominare frutti quali Kumquat, limequat, mapi e lipi? Sebbene questi nomi, a primo impatto, potrebbero non dirvi nulla, in realtà si tratta di varietà da includere proprio nella famiglia degli agrumi. Certo, non comuni tanto quanto risultano esserlo specie quali l’arancio, il cedro o il lime.
Kumquat e limequat, nello specifico, sono caratteristici proprio per il fatto di poter essere mangiati interi. Le loro dimensioni ridotte, nonché la buccia edibile, li rende particolarmente adatti ad essere ingeriti al pari di vere e proprie caramelle. Unica nota: se siete particolarmente sensibili all’asprezza degli agrumi, evitate di ingurgitarli in un solo boccone.
Mapo e lipo, invece, derivano rispettivamente dall’incrocio di mandarino e pompelmo e di limone e pompelmo. Dei due, il più diffuso è sicuramente il mapo. In Italia, lo si può trovare in regioni quali la Sicilia e la Calabria, e non avreste tentennamenti nel riconoscerlo: la sua forma a campana, con tanto di ombelico sulla sommità, lo distinguerebbe dalle altre varietà al primo sguardo.
Pertanto, se fino a poco tempo fa credevate che esistessero pochissime specie di agrumi, il presente articolo contribuirà ad allargare le vostre competenze in materia. Ben lungi dall’essere una categoria di frutti ristretta ai soli limoni, lime e pompelmi, gli agrumi sono di diverse forme, sapori e consistenze.