L’airbag indossabile è stato inventato diversi anni fa ma ha dovuto attendere qualche decennio per un suo effettivo utilizzo. Scopriamone insieme la storia e le funzioni a cui adempiono.
La velocità dei veicoli che usiamo ad oggi sta andando sempre di più ad incrementarsi. Le case automobilistiche o quelle che trattano moto spingono molto sul concetto di “da 0 a 100 km\h in X secondi” cercando sempre di abbassare le tempistiche. Unito al fattore che sempre più conducenti di mezzi usano smartphone alla guida, questo causa incidenti che spesso possono risultare anche mortali. Per tutte queste motivazioni, andando avanti con il tempo si sono ideate alcune innovazioni per fornire maggiori sicurezze ai passeggeri.
Sono passati 80 anni da quando John W. Hetrick ha depositato il suo brevetto del “pallone ad aria”, ad oggi chiamato airbag. A causa degli alti costi di realizzazione però la prima macchina che impiantò questo dispositivo risale a vent’anni dopo. Ai giorni nostri, tutti i costruttori sono obbligati a montarli sui propri veicoli al fine di fornire uno schianto più “morbido” in caso di incidente. In aggiunta, la produzione di airbag indossabili si sta moltiplicando esponenzialmente. Ecco a cosa servono.
Sembra un’invenzione avvenuta negli ultimi anni ma così non è. Era il 1977 quando Tamas Straub, un ingegnere ungherese, avrebbe brevettato un giubbotto gonfiabile che si potesse avviare dopo una collisione. Nei primi tempi sembrava un’innovazione che avrebbe comportato un mutamento profondo nelle vite di tutti i guidatori. Eppure così non è stato dato che bisognerà aspettare quattro o cinque decenni per una vera e propria commercializzazione.
Negli ultimi anni questo dispositivo viene molto utilizzato soprattutto per i piloti di Moto Gp o di categorie inferiori. È meno diffuso invece per quanto riguarda le competizioni per le automobili in quanto i veicoli sono dotati dei classici airbag disposti lungo tutta la vettura. L’airbag indossabile si incorpora direttamente nel vestiario e riesce a proteggere eccelsamente petto, spalle e colonna vertebrale in caso di rischiosi urti avvenuti con il terreno.
Il modello Dainese è con ogni probabilità uno dei migliori disponibili sul mercato in questo momento. All’interno del giubbotto, l’aria rimane immobile e sia la forma che la pressione rimangono costanti. I microfilamenti di cui è fatta la borsa consentono una forma tridimensionale che non si modifica, ma avvolge completamente le parti del corpo coperte. L’idea alla base di questo prodotto è non provocare lesioni al conducente, ma allo stesso tempo consentire un alto livello di sicurezza.
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