Quando parliamo di aiuti umanitari, ci tornano nella mente immagini di territori devastati da cataclismi naturali e disagi incontrollabili (ci viene in mente il terremoto di Haiti, quello all’Aquila, ma anche il più recente tsunami in Giappone), per cui tutto il resto del mondo si mobilita per lenire le sofferenze. Curioso sapere, però, che chi ha meno spesso si rivela essere più generoso. La filantropia, insomma, è una virtù di chi si accontenta di quel poco che possiede e, all’occorrenza, è disposto a condividerlo con chi è più sfortunato.
Difatti è così: i Paesi in via di sviluppo, emergenti ed esordienti a livello economico e distanti anni luce dalla ricchezza di giganti come Stati Uniti, Russia, Giappone (e via discorrendo), hanno dimostrato di non tirarsi mai indietro quando si tratta di aiutare altre popolazioni in difficoltà.
Questa curiosa scoperta è stata fatta in fase di bilancio, considerando gli aiuti inviati al popolo di Haiti: secondo i conteggi, nel 2008 la metà degli aiuti di provenienza non statunitense e indirizzati all’associazione benefica United Way Worldwide sono arrivati da Paesi in via di sviluppo. Dal rapporto PIL/donazioni, è emerso che il paese più magnanimo è stato il Ghana. Un gesto di altruismo da chi ha poco che lascia ben sperare per un futuro di cooperazione globale.
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