L’albero di giada è una pianta sempreverde che è facile da far crescere in appartamento, anche se non si possiede il balcone o terrazzo
Ci sono molte piante che hanno un nome volgare molto evocativo: belle di notte, albero di satana, ed anche albero di giada. Immediatamente richiama al fascino del lontano Oriente, o alla pietra preziosa. Quindi richiami positivi e nobili. In realtà l’albero di giada è tutt’altro che pianta elitaria. Cresce molto facilmente e non richiede grande cura. Il suo nome scientifico è Crassula ovata, ed è una pianta sempreverde. Il nome comune albero di giada viene dal fatto che le foglie hanno un colore verde che ricorda quello della piera della giada.
È chiamata anche pianta del denaro, ma non è la sola. Probabilmente nuovamente per la peculiarità delle foglie, che sono arrotondate e molto lucide. Se crescono con una buona esposizione al sole, i bordi delle foglie si colorano di un rossiccio, che ricalca il perimetro della foglia.
L’albero di giada, in quanto succulenta, si adatta piuttosto facilmente sia alle temperature che al tasso di umidità. Anche se in inverno è bene portarla all’interno dell’appartamento. Le temperature troppo rigide non sono ideali, tollera fino a 10 gradi, dopodiché è a rischio. L’esposizione, sia in interno che in esterno, è preferibilmente ovest o sud. La pianta necessita di una gran quantità di luce.
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La pianta richiede una quantità moderata di acqua. Si deve annaffiare solo quando il terriccio in superficie è asciutto. In inverno ancora meno. La pianta, con il passar del tempo potrebbe necessitare di essere rinvasata. Per una buona crescita si consiglia ogni 2 anni. Inoltre se si notano dei bordi rossi sulle foglie, niente paura, significa solo che è stata troppo esposta alla luce del sole.
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Invece, se le foglie dal colore verde brillante passano rapidamente al giallo o giallino, significa che l’irrigazione è stata eccessiva, e dunque che ha ricevuto troppa acqua. Un buon consiglio è di imparare a capire quando la pianta ha bisogno di acqua, e durante l’irrigazione, o successivamente, far scolare l’acqua in eccesso per evitare il ristagno.
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