Lo scorso 8 dicembre le abitazioni si sono illuminate di luci e colori provenienti dall’albero di Natale: ma siamo sicuri che faccia bene all’ambiente? Alcune ricerche affermano il contrario.
La tradizione dell’albero di Natale è particolarmente radicata nella nostra cultura. E’ quasi impensabile, soprattutto all’interno delle famiglie con bambini, iniziare le festività di dicembre senza aver addobbato l’albero in casa. Addirittura, negli ultimi anni è diventato oggetto di mode e tendenze che l’hanno visto evolvere nei colori e negli addobbi in versioni più minimal e chic. Pur avendo abbandonato per la maggior parte le decorazioni caotiche tipiche degli scorsi decenni, c’è un aspetto che è rimasto invariato, riguardante il dubbio sulla sicurezza per la salute delle persone che abitano l’ambiente che lo ospita.
Anche quest’anno l’albero di Natale è stato al centro di un dibattito scientifico che confermerebbe la sua capacità di irradiare sostanze chimiche all’interno degli spazi di casa. Questo lo renderebbe pericoloso per la salute delle persone che vi sono attorno. Ma quanta verità esiste in questa notizia? E perché continuiamo a parlarne così poco, mentre anno dopo anno, i negozi vendono decine di migliaia di modelli di alberi di Natale?
Ogni dicembre, sempre più persone scelgono di riempire le proprie case del profumo degli alberi di Natale naturali. Ma cosa accadrebbe se il loro odore caratteristico nascondesse un segreto meno conosciuto? Per anni, nessuno ha davvero approfondito l’impatto chimico di questi alberi nei nostri spazi domestici, fino a quando un gruppo di scienziati ha deciso di indagare. I risultati sono sorprendenti e sollevano una domanda intrigante: quanto conosciamo davvero le tradizioni che amiamo?
Nell’atmosfera accogliente delle festività, gli alberi veri rappresentano un legame con la natura, un simbolo vivente delle celebrazioni natalizie. Ma dietro la loro bellezza si cela una caratteristica scientificamente affascinante: il rilascio dei composti organici volatili (VOC). Questi non sono necessariamente pericolosi, ma possono interagire con l’aria interna e produrre sostanze chimiche inaspettate, influenzando chi è più sensibile. Una questione su cui pochi riflettono quando portano a casa un albero fresco, ma che merita attenzione.
Gli scienziati del National Institute of Standards and Technology (NIST) negli Stati Uniti hanno deciso di investigare la relazione tra gli alberi di Natale naturali e la qualità dell’aria domestica. Hanno creato un esperimento unico, sigillando un albero di Natale in una stanza e monitorando ciò che accadeva nell’arco di 17 giorni. Non si trattava di un albero qualsiasi, ma di un abete Douglas, una delle specie più comuni per le decorazioni natalizie.
Per rendere l’ambiente il più realistico possibile, l’albero è stato decorato con luci e innaffiato regolarmente. Si è scoperto che il caratteristico profumo emanato dai monoterpeni, una categoria di VOC, raggiunge il picco il primo giorno, per poi diminuire gradualmente. Questo profumo, così familiare, è anche ciò che rende questi alberi così piacevoli. Ma quando entra in gioco l’ozono, presente a livello del suolo, si innescano reazioni chimiche che portano alla formazione di altre sostanze, come la formaldeide.
La formaldeide è una sostanza conosciuta, spesso associata a materiali da costruzione o arredamento. Nel contesto degli alberi di Natale, la sua presenza è estremamente bassa, pari a circa una parte per miliardo. Per fare un confronto, nelle case statunitensi i livelli normali di formaldeide vanno da 20 a 30 parti per miliardo. Tuttavia, la sua formazione rappresenta un aspetto interessante dell’interazione tra i VOC e l’aria interna.
I monoterpeni non sono limitati agli alberi di Natale. Sono presenti anche in molti prodotti di uso quotidiano, come candele, deodoranti e detergenti, contribuendo a creare ambienti piacevolmente profumati. Ma il contatto con l’ozono li trasforma, dando origine a composti nuovi che possono irritare le persone più sensibili. Questo avviene principalmente nei primi giorni dopo l’introduzione dell’albero in casa, quando i VOC sono al loro livello massimo.
Uno degli aspetti più rilevanti dello studio riguarda il comportamento delle sostanze chimiche nel tempo. Dopo il primo picco, la concentrazione dei VOC diminuisce rapidamente, riducendo anche le possibilità di reazioni chimiche indesiderate. Questo significa che il periodo iniziale è quello più critico per chi potrebbe soffrire di irritazioni agli occhi o al naso.
Una soluzione semplice, ma efficace, per ridurre l’impatto è l’aerazione. Aprire una finestra nelle vicinanze dell’albero consente di diluire la concentrazione dei VOC e ridurre eventuali fastidi. Un altro accorgimento utile consiste nel lasciare l’albero all’aperto o in un luogo ben ventilato, come un garage, per un paio di giorni prima di portarlo in casa. Questo permette alla maggior parte dei VOC di disperdersi, riducendo il loro impatto una volta che l’albero viene sistemato nella stanza principale.
Anche se per la maggior parte delle persone gli effetti di questi composti sono trascurabili, coloro che sono particolarmente sensibili possono trarre beneficio da semplici accorgimenti. In ogni caso, la scoperta che alberi così familiari e amati nascondano un lato chimico intrigante arricchisce la nostra comprensione del mondo naturale.
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