L’albero più grande del mondo è anche l’essere vivente più pesante. Ha un’estensione di 40 ettari e vive degli Stati Uniti
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Nel caso di Pando, l’essere vivente più esteso e più pesante al mondo, ha senso parlare di primato. La natura, a differenza dell’essere umano, non si esprime con Guinness o con la superiorità di un essere sopra ad un altro. Tuttavia il caso di Pando è davvero speciale. Si tratta di un albero dall’estensione di 40 ettari e dal peso stimato di circa sei milioni di kg.
In realtà quando non è un unico albero, infatti a guardarlo è più simile a un’intera foresta. La questione è che gli scienziati lo considerano un organismo unico. Dagli studi è emerso che tutti gli alberi di cui è composto sono dei cloni del pioppo tremulo americano, la pianta originaria.
Come fa Pando ad essere considerato un unico essere vivente
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Ciò che rende Pando, l’albero più grande al mondo, degno di essere oggetto di studio scientifico ed artistico, non è solo la sua dimensione, ma anche la sua composizione stessa. Ogni tronco è collegato ai polloni dello stesso sistema radicale. Il corredo genetico è il medesimo per tutti gli alberi che compongono questa foresta. Dunque Pando, da altri chiamato gigante tremante, è definito colonia clonale o genette. La pianta di cui è composto è il pioppo tremulo americano, che può annoverare oltre 47mila alberi. L’età stimata è di diverse migliaia di anni, dunque non è un esperimento umano, bensì un clone naturale. Alcuni scienziati dicono che questa foresta di alberi potrebbe essere datata intorno ai 100mila anni.
La voce di Pando
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L’eccezionalità di questo albero è testimoniata dal fatto che anche gli artisti si sono interessati a Pando. Nello specifico il sound artists Jeff Rice, con la collaborazione dell’associazione Friends of Pando, ha registrato la voce della foresta utilizzando un idrofono. E così si possono sentire sia le vibrazioni, che brusii, che gli alberi ed i rami che si spezzano. Purtroppo la mano dell’uomo ha inciso anche su Pando. Negli ultimi quaranta anni, secondo gli scienziati, la foresta non riuscirebbe più a rigenerarsi, data la massiccia quantità di bovini e di cervi che impediscono la crescita dei germogli più piccoli, ed anche qui la responsabilità umana è data principalmente dagli allevamenti, ed anche dalla predazione degli orsi e dei lupi che rappresentano i predatori naturali di cervi e bovini.
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