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Prigione di massima sicurezza: la cella è orribile. Il VIDEO ti lascia senza parole

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Il noto carcere di Alcatraz è, ormai diventato un museo, di quel luogo angusto rimangono le celle tristemente ricordate per le condizioni in cui versavano.

Alcatraz detenuti musei
Alcatraz (Foto da Canva) – Ecoo.it

Luoghi stretti e bui e ad “abitarvi” centinaia di detenuti, che hanno scontato lì le loro pene. Un posto isolato e circondato dal mare, irraggiungibile e austero. Alcatraz è l’isola che si trova nella Baia di San Francisco (California) e dista dalla terraferma circa 2 km, nota alle cronache per la presenza dell’omonimo carcere di massima sicurezza. Da più di 50 anni, ormai, chiuso.

Impossibile fuggire dalla The Rock (La Roccia). Il 21 marzo del 1963, la chiusura definitiva. L’aspetto curioso riguarda, chi nel corso del tempo provò a scappare, cinque su trentasei riuscirono nell’ardua impresa. Scappare significava dover nuotare fra le acque gelide e raggiungere la terraferma. Proprio per la grandezza, i costi per mantenere Alcatraz erano elevatissimi, così il presidente Kennedy ne ordinò la chiusura.

La storia

Una lunga storia quella che riguarda il carcere di massima sicurezza, misteri e leggende aleggiano su questo. Dal 1868 Alcatraz, diventa ufficialmente un luogo detentivo, nel 1906 un terribile terremoto ha colpito San Francisco, così fu deciso di di trasferire sull’isola i prigionieri civili. Nel 1934 diventerà carcere federale di massima sicurezza.

Prigione di Alcatraz (Foto da Canva) – Ecoo.it

Alcatraz è tristemente noto per come i carcerati venivano trattati. Luogo per “eccellenza” i criminali ritenuti altamente pericolosi e per quelli che avevano provato a fuggire da altre strutture detentive.

Le celle erano grandi circa 4 metri quadri, nei sotterranei, invece c’erano le celle oscure, lì non c’era luce e neanche il letto, le condizioni igieniche erano carenti o meglio inesistenti. Le celle in totale erano 348, 6 delle quali dedicate all’isolamento, mentre 36 erano stanze di segregazione. Tra i detenuti, va ricordato sicuramente Al Capone. Dopo nove anni dalla chiusura, l’isola aprì le porte al pubblico ed entrò a far parte della Golden Gate National Recreation Area.

Molte trasmissioni televisive si sono occupate della struttura per cercare di analizzare l’eventuale presenza di fantasmi, come raccontavano le credenze e dei nativi che si stanziarono sull’isola. Secondo tali leggende, però, l’arrivo di questi spiriti risaliva a prima della costruzione del carcere.

Alcatraz oggi

Prigione (Foto da Canva) – Ecoo.it

Ad oggi, il luogo rappresenta una delle maggiori attrazioni turistiche di San Francisco. La visita all’interno dell’ex struttura permette ai turisti di poter toccare con mani la dura realtà che vivevano i carcerati. Diversi video mostrano l’interno del carcere. Il tempo in quel luogo sembra essersi fermato per sempre, una volta giunti sul posto si può girare tra i corridoi ed essere catturati dalla celle strette. A fare da cornice le pareti fredde e spoglie e ancora i letti che ben posizionati permettevano a malapena ai carcerati di muoversi. Le immagini raccontano una realtà cruda.

Paola Saija

Classe 1996, sono nata ad Enna, nel cuore della Sicilia e sono una studentessa della facoltà di Lettere Moderne. Sin da piccola ho sempre nutrito una forte passione per la scrittura ed il giornalismo e, da qualche anno, sono riuscita a coronare il mio sogno collaborando con diverse testate locali e non. Le tematiche che mi stanno più a cuore e di cui mi occupo sono l’ambiente, la cronaca e l’attualità. Le altre mie passioni sono l’arte, il cinema ed il teatro che ho avuto modo di approfondire attraverso gli studi ed i viaggi.

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