Allarme alga tropicale in Italia a causa della concentrazione sopra la media di un particolare microrganismo oggetto già da tempo di analisi e monitoraggio da parte delle autorità locali
Forse è l’ennesima dimostrazione di quello che sta succedendo anche alle acque del nostro Mar Mediterraneo e in particolare delle condizioni che si stanno venendo a creare in alcune zone del Mar Mediterraneo. Zone che si sono trasformate, anche a causa dei cambiamenti climatici, nella nursery ideale per una serie di microrganismi potenzialmente tossici che sono tenuti sotto controllo da tempo.
Ma a quanto pare le condizioni climatiche specifiche di questi giorni hanno prodotto una proliferazione di questa alga tropicale che minaccia la salute umana. La conseguenza è quindi il blocco delle spiagge e i divieti di balneazione. Queste le spiagge interdette.
A diffondere notizie relative alla presenza oltre la norma di una microalga considerata tossica è stato l’ente ARTA Abruzzo. La microalga in questione è denominata Ostreopsis ovata e la zona in cui i prelievi dei campioni hanno registrato un moltiplicarsi degli esemplari di questa microalga sono quelli lungo il lungomare della zona di Vasto.
Nello specifico l’allerta è scattata quando nella località denominata Vignola, la concentrazione della microalga Ostreopsis ovata è arrivata a 34 mila cellule litro. Ma ci sono altri due punti di prelievo in cui la quantità di microalghe Ostreopsis ovata è risultata fuori scala ma in percentuale minore rispetto a Vignola. Si tratta delle zone Contrada Torricella, dove sono state riscontrate 4000 cellule litro e la località Fosso Lebba dove invece siamo sulle 26 mila cellule litro. Questi valori hanno fatto scattare i divieti di balneazione con ordinanze già firmate dal sindaco Francesco Menna. In particolare c’è divieto di balneazione a 200 metri sud da Punta Vignola e a 800 metri sud da Fosso Lebba.
L’alga Ostreopsis ovata è uno dei molti microrganismi che appartengono alla grande famiglia delle alghe che di solito proliferano nei climi caldi e tropicali. Si trova in Italia a partire dal 1998 con le prime segnalazioni che sono arrivate dalla provincia di Massa Carrara. La proliferazione di questa alga avviene principalmente perché nell’acqua aumenta la temperatura e allo stesso tempo aumentano le percentuali di azoto e fosforo. Essendo una microalga non è visibile ad occhio nudo e di solito si poggia sul fondo dove soffoca gli altri organismi. I sintomi di una esposizione a questa microalga vanno da quelli simili al raffreddore alla difficoltà respiratoria fino alla febbre. L’esposizione avviene poi di solito non per ingestione ma per inalazione di aerosol marino in cui l’alga è dispersa. Un secondo tipo di pericolo viene dal fatto che i molluschi, che non subiscono danni diretti dalla presenza della microalga Ostreopsis ovata, ne accumulano al proprio interno e quindi in caso di consumo di molluschi contaminati si rischia l’esposizione.
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