L’alimentazione sostenibile può essere attuata nel 2050. È questa la conclusione a cui è arrivato il rapporto “Agrimode”, che è stato messo a punto dall’Inra e dal Cirad. L’indagine ha rivelato che servono ancora parecchi anni per poter giungere ad eliminare le differenze che sussistono fra le varie parti del mondo in termini di nutrizione. L’obiettivo sarà attuabile non diffondendo su larga scala i modelli alimentari tipici dei Paesi industrializzati e puntando sull’agricoltura ecologica. Indispensabile è anche la questione dei consumi, che necessitano di un riequilibrio a livello mondiale.
Per questo si dovrebbe cercare di apportare modifiche alle abitudini alimentari e di procedere ad un’adeguata riduzione degli sprechi, di cui sono responsabili in misura maggiore i Paesi industrializzati. Attuare strategie per risolvere il problema è doveroso. Come hanno sottolineato Marion Guillou, presidente dell’Inra, e Gerard Matheron, presidente del Cirad:
Potremmo nutrire l’intera popolazione mondiale considerando la quantità di alimenti prodotti dall’agricoltura, ma ovviamente se escludiamo le crisi, le guerre, le disparità, le speculazioni, i prezzi irraggiungibili, i sprechi, gli incidenti climatici e i parassiti che colpiscono molte persone nel mondo che non hanno abbastanza da mangiare.
L’obiettivo è anche quello di aiutare l’ambiente. La riduzione delle emissioni di gas serra può essere realizzata partendo proprio dall’alimentazione. La parola d’ordine è consumi sostenibili, nello specifico un adattamento dei consumi alimentari alla conservazione ambientale, in modo da influire in modo ecocompatibile sullo sfruttamento delle risorse naturali e delle fonti fossili. Non si deve infatti dimenticare che in termini di sostenibilità ambientale i consumi sono spesso insostenibili per la Terra.