l’Unità investigativa dell’Icqrf e dalla Guardia di Finanza di Caserta ha posto sotto indagine sette persone per commercio di prodotti bio falsificati
La fiducia dei consumatori è la condizione necessaria per il successo di un settore commerciale o per un’azienda. E questo è ancora più valido se alla base dell’acquisto ci sono dei motivi etici o di salute. Come nel cibo biologico. La certificazione biologica dovrebbe passare attraverso una filiera piuttosto rigida di garanzie prima di consegnare “il bollino”, e di verifiche periodiche per assicurarsi la congruenza del prodotto con quanto dichiarato. Ed in effetti l’Italia ha tra le filiere bio più stringenti. Per questo stupisce che sia potuto accadere un fenomeno di macro truffa come questo. Con un giro d’affari di 20 milioni di euro.
Si ricorda che quando il pubblico perde fiducia nei confronti di un prodotto o di un settore, le vendite possono crollare rapidamente. Come è stato per la mozzarella di bufala dopo lo scandalo della terra dei fuochi. E ci si trova ugualmente nel territorio campano. L’Unità investigativa dell’Icqrf e dalla Guardia di Finanza di Caserta ha indagato sette persone per frode in commercio ed associazione a delinquere.
Gli inquirenti hanno accertato che tra il 2016 ed il 2022 le due imprese responsabili di questa maxi frode del settore alimentare hanno messo in commercio prodotti con il marchio bio mentre erano acquisti provenienti dall’estero che invece non avevano subito alcuna filiera di controllo. Ed allora polli pieni di ormoni, mandorle con pesticidi e quant’altro sono finiti illegittimamente nel settore sostenibile dei supermercati. Questo è stato possibile grazie alla presentazione di fatture alterate che dichiaravano il falso. E come conseguenza i consumatori hanno acquistato inconsapevolmente cibo pieno di pesticidi ed ormoni pensando che facesse bene.
Oltre alla gravità dell’illecito, questo scandalo va a compromettere un settore in ascesa costante, che si professa come virtuoso. È stato d’obbligo il commento del presidente di FederBio, che ha ribadito ancora una volta l’importanza della certificazione biologica e del consumo di cibi senza pesticidi e con rispetto del benessere animale. Ed ha aggiunto che alla luce di questo scandalo, emerge la necessità supplementare di intensificare controlli e monitoraggi sulla filiera di ogni singola azienda certificata.
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