In un periodo particolare come questo in cui stiamo vivendo la questione dello spreco alimentare è sempre più importante. Ma alcuni alimenti non scadono
Tra i problemi maggiori degli ultimi anni c’è lo spreco alimentare. Una piaga terribile che vede molti chef in prima linea per contrastarlo spiegando e proponendo molte ricette con le quali riutilizzare alcuni prodotti che, altrimenti, finirebbero nella pattumiera. Ma nonostante ciò ogni famiglia spreca quasi mezzo chilo di cibo a settimana.
Alimenti che entrano nelle nostre dispense a seguito di acquisti impulsivi e vengono dimenticati con la conseguenza che non vengono consumati entro i termini riportati sulla confezione. Ma tante volte alcuni di questi vengono buttati sebbene possono essere consumati anche dopo la loro scadenza. La condizione è però una: che siano conservati in luoghi freschi e asciutti e lontani da fonti di calore.
I prodotti che possono essere consumati anche da scaduti sono molti, ma prima è opportuno fare un’importante distinzione tra la data di scadenza e il termine minimo di conservazione. Secondo quanto riportato dal Ministero della Salute la prima viene indicata e riportata dalla formula “Da consumare entro“. Questa viene applicata sui prodotti che si consumano in poco tempo come pane, frutta, yogurt e latte.
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Se invece sulle confezioni viene riportato “Da consumarsi preferibilmente entro” vuol dire che questi hanno dei tempi di scadenza molto più lunghi. E questi alimenti, se conservati correttamente, possono essere poi consumati anche dopo la data. Ad esempio la pasta, che ha una scadenza di circa 3 anni, se conservata bene può essere mangiata dopo la scadenza. Stesso discorso vale che per riso, miglio, farro e orzo, ovvero i cereali essiccati. Si tratta di elementi secchi con un bassissimo tasso di umidità. Se però dovessero comparire le famose farfalline non è colpa di un deterioramento del prodotto, ma di una cattiva conservazione di questi.
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Essendo privi d’acqua e non sviluppando una carica microbica anche i legumi si possono conservare, preferibilmente in barattoli di vetro ermetici, per molti anni. Sale e zucchero, poi, sebbene riportano una data di scadenza sono conservanti naturali. E di conseguenza la data di scadenza è inutile. Pure in questo caso è fondamentale conservarli in maniera corretta. Tonno, legumi, conserve in scatola, per quanto sia meglio preferire quelli freschi, resistono senza problemi.
I cibi surgelati, poi, possono essere consumanti anche dopo due o tre anni il confezionamento. A favorire ciò il fatto che sono sottoposti a processi di surgelazione industriali molto sotto i 0 °C. Se poi conservate al buio, e con un giusto livello di umidità, aceto, vino e liquori possono essere conservati per moltissimi anni. Infine l’ultimo prodotto che si può consumare senza problemi è il miele. Questa ha una scadenza riportata di circa due anni dopo il confezionamento. Ma può essere tranquillamente ignorata, anche se il prodotto può perdere consistenza e colore: si tratta infatti di un processo di cristallizzazione naturale che non rovina il prodotto.
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