Il cambiamento climatico sta avendo conseguenze irreversibili sul nostro pianeta, incluso il rischio di perdere alcune importanti fonti di alimentazione.
Questo problema sta passando relativamente inosservato rispetto alla crisi climatica in sé, ma le conseguenze potrebbero essere altrettanto disastrose per il nostro futuro alimentare.
La frutta, una delle colture più delicate e suscettibili ai cambiamenti climatici, è particolarmente a rischio. Alcune piante necessitano di condizioni meteorologiche particolari per crescere e maturare, e la loro coltivazione richiede una grande attenzione e cura da parte dei coltivatori.
Tuttavia, le temperature in costante cambiamento portano a gelate tardive e temperature torride, che influenzano la maturazione dei prodotti. Secondo l’IPBES, l’organismo intergovernativo indipendente che si occupa del monitoraggio e della tutela della biodiversità del pianeta e degli ecosistemi, tra le colture più a rischio ci sono albicocche, prugne, fragole, ciliegie e pesche, che potrebbero rischiare l’estinzione.
Inoltre, anche il settore vitivinicolo potrebbe essere considerabilmente danneggiato. Un rapporto dell’Institut National de la Recherche Agronomique (Inra) prevede che entro il 2050 potrebbe scomparire il 56% delle regioni vitivinicole del mondo.
Altri alimenti essenziali che sono messi a rischio includono mais, riso e grano – i tre alimenti alla base della dieta mediterranea. Secondo il World Economic Forum, questi prodotti diminuiranno drasticamente a causa della siccità da una parte e dagli eventi tropicali come cicloni, tifoni e alluvioni dall’altra. L’orzo e il caffè sono anch’essi a rischio, il primo a causa dell’aumento delle temperature nelle zone coltivate, il secondo a causa della variabilità climatica che influisce sulla qualità.
Tra gli alimenti che rischiano di scomparire per sempre ci sono anche il cioccolato, il miele e lo sciroppo d’acero. Il cacao, con la sua coltivazione in zone tropicali, sta iniziando a soffrire degli effetti del riscaldamento globale, con produzioni sempre meno abbondanti e segnali di sofferenza per le piante. Le api, una specie a rischio di estinzione, stanno influenzando non solo il miele ma anche la fecondazione delle colture. Infine, lo sciroppo d’acero, un prodotto che viene dalla linfa degli alberi, sta diventando sempre più raro a causa della scarsità d’acqua.
Inoltre, persino i cibi che resteranno disponibili potrebbero diventare sempre meno nutritivi a causa del cambiamento climatico. Le colture saranno sempre meno in grado di trarre e restituire i nutrienti essenziali all’uomo, secondo il rapporto SR15 dell’IPCC.
È chiaro che è necessario adottare misure concrete per combattere la crisi climatica e salvaguardare le fonti di alimentazione. L’educazione ambientale e la sensibilizzazione sulle problematiche ambientali sono fondamentali per promuovere comportamenti sostenibili e una cultura di rispetto per l’ambiente. Tuttavia, sono necessarie anche politiche di salvaguardia ambientale a livello regionale e nazionale, come l’implementazione di programmi di riduzione delle emissioni di gas serra e l’investimento in fonti di energia rinnovabile.
Inoltre, dobbiamo concentrarci sulla ricerca di metodi sostenibili per la coltivazione delle colture essenziali, in modo da garantire la loro sopravvivenza. Solo lavorando insieme possiamo contribuire a salvare le fonti di alimentazione e preservare un futuro sostenibile per noi e le generazioni future.
Un altro fattore che contribuisce all’instabilità della produzione alimentare è la perdita di biodiversità. La mancanza di variabilità genetica tra le colture le rende più vulnerabili alle malattie, alle condizioni climatiche estreme e ad altre minacce ambientali. Questo è particolarmente preoccupante per le comunità agricole in tutto il mondo che ancora dipendono dalle varietà genetiche locali. I governi di tutto il mondo devono fare di più per promuovere la conservazione della biodiversità nelle colture alimentari.
Inoltre, la sostenibilità delle fonti di alimentazione non riguarda solo la loro produzione ma anche il loro consumo. Dobbiamo adottare una dieta più sostenibile che escluda il consumo di alimenti che mettono a rischio la sopravvivenza di specie e che promuove il consumo di prodotti locali e stagionali.
Anche il settore della pesca e dell’acquacoltura è a rischio, con alcune specie che stanno diminuendo drasticamente a causa dell’inquinamento e del riscaldamento globale. Secondo l’IPBES, oltre un terzo delle specie ittiche conosciute sono minacciate mentre il 70% delle scorte di pesce di tutto il mondo è stato sfruttato al massimo o oltre.
La produzione di carne è un’altra attività che contribuisce all’impatto ambientale e climatico. La produzione di carne richiede molte risorse in termini di acqua, cibo e spazio, mentre la loro produzione emette grandi quantità di gas serra che contribuiscono al cambiamento climatico. Ridurre il consumo di carne e promuovere alternative sostenibili come vegetali, legumi e proteine a base di piante può contribuire ad alleviare l’impatto ambientale.
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