Una zona dell’Alaska è alle prese con una inondazione che ha colpito addirittura la capitale dello Stato americano più a nord, Juneau. Un’altra dimostrazione di cosa stiamo facendo al pianeta
Le temperature nelle zone a ridosso del circolo polare artico dovrebbero mantenersi entro un range prestabilito per mantenere anche il ghiaccio lì presente allo stato solido. Ma, ed è una situazione che purtroppo accomuna l’Alaska ad altre zone del pianeta, i cambiamenti climatici e le temperature in continuo e costante aumento mettono a serio rischio non solo i paesaggi naturali incontaminati di queste distese di ghiaccio ma anche la sopravvivenza delle persone che si trovano poco più a valle rispetto alla traiettoria dell’acqua nel momento in cui, proprio a causa delle temperature, il ghiaccio fonde.
Da Juneau, capitale dello Stato americano dell’Alaska, arrivano quindi alcune immagini che documentano le conseguenze di un evento che si sta verificando in questi giorni e chi ha portato le autorità locali a dichiarare lo stato di emergenza. Coinvolto il fiume Mendenhall alimentato dal ghiacciaio che porta lo stesso nome. Impressionanti, ma purtroppo per noi in Italia non del tutto nuove, in particolare le immagini di una costruzione inghiottita dalla piena.
La situazione della zona della capitale dello Stato americano dell’Alaska rimane tuttora molto critica. Per ora non si registrano vittime ma ai residenti di Juneau è stato comunque consigliato di mantenersi allerta. Il servizio meteorologico ha per esempio sottolineato come sia ancora indispensabile “rimanere alla larga dal fiume e lontano dagli argini instabili” anche se al momento la piena di per sé, prosegue il bollettino del servizio meteorologico, non desta più particolare preoccupazione. Ma da dove è arrivata l’acqua che ha ingrossato il Mendenhall River e ha provocato il cedimento delle strutture di sostegno delle case che si trovavano lungo la riva?
Come purtroppo registrato in altre parti del mondo, e come sottolineato anche da un recente report delle Nazioni Unite sullo stato proprio dei ghiacciai del mondo, la causa principale dell’innalzamento improvviso delle acque del fiume Mendenhall viene dallo scioglimento del ghiacciaio omonimo. Un ghiacciaio che si sta sciogliendo con un ritmo che è addirittura superiore alla media degli altri ghiacciai del pianeta. Secondo infatti il dipartimento delle risorse naturali dello Stato americano dell’Alaska “i ghiacciai dell’Alaska stanno vedendo un declino vertiginoso e sono tra i ghiacciai che si stanno sciogliendo più rapidamente sulla Terra“. Quella che è considerata una delle attrazioni turistiche più interessanti dell’Alaska rischia di diventare quindi un pericolo per tutti.
Che la situazione dei ghiacciai del mondo sia molto critica lo dimostrano alcune frasi registrate durante la conferenza stampa di presentazione del report delle Nazioni Unite proprio sullo stato dei ghiacciai. Petteri Taalas, capo del WMO, ha infatti detto senza mezzi termini che gli effetti che le nostre azioni hanno causato al clima e le emissioni di gas serra potrebbero avere ripercussioni fino anche oltre il 2060 “indipendentemente dal nostro successo nella mitigazione climatica“. Sempre lo stesso Taalas ha poi aggiunto: “abbiamo già perso la partita dello scioglimento dei ghiacciai, perché abbiamo già una concentrazione così elevata di CO2“. Ma sempre il capo del WMO rimane comunque ottimista soprattutto perché abbiamo ora gli strumenti per rendere la battaglia climatica alla portata di tutti e possiamo quindi ancora fare qualcosa, quantomeno per evitare l’innalzamento globale delle temperature oltre il limite di non ritorno.
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