Aggraziato ed elegante, il giglio è un fiore molto amato. Coltivarlo non è difficile e resiste sia in vaso che in terreno. Con il suo profumo inconfondibile, il giglio si distingue per l’eleganza dei petali che si aprono a forma di stella.
Della famiglia del Lilium, nome botanico per identificare la specie, ne esistono una numerosa varietà. Fanno parte di questa grande famiglia anche le Liliaceae che comprendono fiori molto amati come i tulipani, il mughetto e il giacinto.
Cosa bisogna sapere se si coltiva il giglio
I gigli sono piante bulbose che vengono quindi piantate in inverno e che sbocciano in primavera piena. E’ consigliabile piantarli in luoghi poco esposti al vento. Temono il freddo e la pioggia eccessiva e i temporali. Gli steli possono essere alti tra gli 80 cm e i 2 mt in base alla quantità di terreno in cui sono piantati.
Ideali per mazzi di fiori e composizioni regalo, i Lilium sono adattabili anche a stare in un vaso. Resistono 5-6 giorni se ogni giorno viene tagliato una piccola porzione del gambo e viene cambiata l’acqua regolarmente.
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Tuttavia, questi fiori nascondono delle insidie. Così come le ortensie che a differenza dei gigli sono piante acidofile, anche i gigli hanno delle proprietà specifiche dannose per gli esseri viventi. In particolare, deve stare attento chi coltiva gigli e ha gatti in casa.
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In quel caso, è sconsigliabile tenerli lontani dalla portata del gatto che potrebbe anche solo mordere un petalo. Tutte le specie di gigli sono dannose per i gatti anche se gli studi non sono ancora chiari riguardo la causa che faccia male all’animale.
Se masticati, i gigli possono irritare tutto il tratto digestivo del felino, causando vomito e diarrea. Inoltre, possono danneggiare permanentemente i loro reni e, infine, causare la morte.
L’avvelenamento da giglio, per i gatti, non è così raro e può essere fatale. E’ bene quindi tenere lontani dai gatti questi fiori, recintandoli in una zona non accessibile oppure tagliando stelo e fiore e mantenendoli in vaso, lontano da zampe indiscrete.