C’è una nuova proposta di referendum per mettere i cittadini nelle condizioni di esprimersi riguardo gli allevamenti intensivi e anche la carne coltivata
Una delle questioni aperte in Italia e in tutta Europa è quella che riguarda la salute e il benessere degli animali allevati per essere poi macellati e consumati o che vengono allevati per poter poi consumare prodotti da loro derivati. Molte associazioni animaliste hanno spesso condotto campagne per mostrare quello che succede negli allevamenti intensivi e a volte, purtroppo, anche in quegli allevamenti che dichiarano di non esserlo.
Animali tenuti in condizioni fatiscenti che vivono tra le carcasse di chi non ce l’ha fatta e la cui carne, con tutti i rischi derivanti dall’esposizione ad animali morti, finisce comunque nella filiera agroalimentare. Da parte del Partito Animalista italiano e dell’associazione End The Slaughter Age arriva quindi una proposta europea per escludere gli allevamenti intensivi da quelle attività che sono destinatarie possibili di sussidi agricoli e di contro l’inclusione tra le attività che possono richiedere gli stessi sussidi europei di quelle ritenute più etiche ed ecologiche: le proteine vegetali e l’agricoltura cellulare.
Proposta in Europa contro gli allevamenti intensivi
Come accennato, si susseguono ormai da diverso tempo gli studi e le denunce di molte associazioni animaliste in Italia e in Europa sulle condizioni degli animali cresciuti per essere poi macellati e trasformati in cibo. Condizioni che sono spesso oltre ogni limite. Carenze igieniche e stress la fanno da padrone. Ha fatto di recente discutere per esempio la storia del più grande allevamento intensivo esistente sul pianeta che si trova in Cina all’interno di un grattacielo. E quindi si moltiplicano le domande anche dei comuni cittadini che si chiedono se siano davvero utili o indispensabili.
Da questa domanda nasce anche la proposta di referendum europeo sostenuta dal Partito Animalista. Nella proposta, che per trasformarsi in vero e proprio referendum necessita di raggiungere una certa quantità di firme in tutti i Paesi che fanno parte dell’Unione Europea, si chiede apertamente di escludere gli allevamenti da quelle attività che ricevono dagli organismi europei sovvenzioni economiche. La proposta di referendum chiede anche che invece questi sussidi vengano garantiti a quelle realtà che si concentrano, per esempio, sulle proteine vegetali oppure sulla cosiddetta carne coltivata in laboratorio.
C’è tempo fino a giugno
La proposta del Partito Animalista può essere sostenuta fino al prossimo 5 giugno firmando sul sito dell’Unione Europea, indicando i propri dati personali. Come chiarito dal sito europeo che raccoglie queste iniziative, l’indicazione dei dati personali è indispensabile in maniera tale che poi il firmatario o la firmataria possano essere riconosciuti e quindi la firma possa essere effettivamente validata.