Gli allevamenti intensivi comporterebbero non solo problemi agli animali al loro interno, ma anche danni a livello ambientale: i dettagli.
L’allevamento intensivo è un metodo impiegato per riuscire ad allevare animali in ambienti ristretti. Purtroppo, ormai da anni si parla degli effetti devastanti che questo comporta per il benessere degli esemplari. I danni, però, non riguarderebbero solo agli animali al loro interno. Anche l’ambiente paga un caro prezzo caro: gli allevamenti intensivi aumentano, difatti, l’emissione di gas serra, ma non solo, pensiamo alla grande quantità d’acqua che viene impiegata, in questi stabilimenti. L’acqua potabile rischia di contaminarsi a causa dell’enorme produzione di letame che potrebbe finire nelle falde. Da non sottovalutare l’aspetto che riguarda la costruzione di questi enormi edifici, per riuscire nell’obiettivo vengono abbattute grandi distese di alberi.
Gli allevamenti intensivi preoccupano, i mezzi utilizzati sugli sono crudeli, basti pensare all’uso inappropriato degli antibiotici, questi vengono utilizzati per riuscire a prevenire o curare malattie causate dalle pessime condizioni in cui versano.
Costretti a vivere in ambienti ristretti, questi animali vengono e privati della libertà, fattori che potrebbero portare problemi respiratori e ferite causate dal forte stress. Qualche tempo fa vi avevamo descritto le condizioni in cui versavano alcuni animali, condizioni disumane e fuori da ogni logica, un modus operandi che genera indignazione e per cui da tempo si battono gli animalisti.
Eppure, gli animali potrebbero essere allevati in modo diverso, esistono altri metodi, un esempio potrebbero essere gli allevamenti estensivi. Qui, gli animali possono vivere all’aperto, complici anche le grandi aree che hanno a disposizione. Mentre agli antipodi di quello intensivo troviamo l’allevamento biologico: gli animali ed il loro benessere vengono messi al primo posto, vietato assolutamente l’utilizzo di sostanze sintetiche, la parola d’ordine è prodotti naturali.
Un altro aspetto interessante riguarda proprio il numero di esemplari allevati con questi metodi che rifiutano categoricamente quantità eccessive di animali. In questo modo tutti gli esemplari ricevano le cure giuste e in più lo spazio in cui vivono non è limitato. Gli antibiotici non vengono utilizzati in via precauzionale, ma solo se c’è una vera necessità. Un’altra realtà, dunque, lontana anni luce da quella degli allevamenti intensivi e ben indirizzata sul rispetto dell’animale e dell’ambiente.
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