È simile ad un gufo, ed è noto nella lingua comune come esempio di un animale credulone. Ma l’allocco deve essere riabilitato
Ci sono degli animali che anche se non sono molto conosciuti dalle persone, vengono nominati come metafora di un comportamento. “Insidioso come una vipera”, “fedele come un cane”, o a volte anche l’identificazione stessa con l’animale: iena, tordo, allocco. Quest’ultimo, poverino, per motivi poi non così sensati è simbolo di credulità e stupidità. Per questo è bene conoscerlo a fondo. Chi non ha proprio idea di cosa sia un allocco, basti sapere che è un uccello molto simile ad un gufo. E come esso, predilige l’attività con il favore del buio che durante il giorno. È anche una forma di protezione, ed evidentemente è capace di vedere anche in assenza di luce.
Il nome scientifico è Strix aluco, ed è la specie più comune della famiglia degli strigidi europei. Somiglia anche ad un barbagianni, ma è più grande. La sua distribuzione geografica è in tutta l’Europa e l’Asia, ad eccezione dell’Irlanda, Scozia, Penisola Scandinava e Russia settentrionale.
È una specie protetta che vive tra l’Europa e l’Asia, nei climi non troppo freddi. L’allocco ha dimensioni di altezza tra i 37 ed i 43 cm. È caratterizzato da un piumaggio fulvo scuro. Ha occhi molto grandi, che gli conferiscono una perenne espressione di stupore, da cui probabilmente la leggenda metropolitana per cui sia un animale poco intelligente e furbo. Ha la capacità di ruotare la testa, e dunque di avvitare il collo, fino a 270 gradi, una rotazione impressionante.
La nidificazione avviene da febbraio in poi a nelle aree più a Sud in cui l’allocco vive. Si può aver l’impressione, dopo che i piccoli sono nati, che siano stati abbandonati dalla madre, che li lascia piangere da soli durante tutto il giorno. Ed invece la sera torna a sfamarli.
L’alloco è dotato di unghie forti ed è un uccello rapace. Riesce a catturare fino a piccoli mammiferi. Li mangia tutti insieme ed espelle le ossa. In ogni caso non disdegna insetti, scarafaggi e larve, al pari degli altri uccelli.
La caccia è favorita dal suo volo estremamente silenzioso, che non mette in allarme le prede, ed anche dal su udito molto sviluppato. In questo modo riesce a mirare le vittime più nascoste. Il maschio dell’allocco provvede a sfamare i piccoli fino a tre mesi dopo l’involo.
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