Continua la nostra rubrica sui disastri ambientali che hanno caratterizzato l’Italia nel corso della sua storia: oggi riviviamo insieme gli orribili momenti dell’alluvione del Piemonte del 5 Novembre 1994.
A volte il mondo è crudele oppure si vendica solamente di tutto il male che gli stiamo facendo nel corso della storia. Alcuni avvenimenti però assalgono indistintamente gli uomini, come ad esempio il disastro naturale di cui vi parliamo oggi. Se ai tempi nostri, il Piemonte soffre di siccità, quasi 30 anni fa avvenne tutto il contrario. È la prima mattina del 5 Novembre del 1994, più o meno verso le 6.00. In Piemonte inizia a piovere, cosa normalissima sia per la posizione del territorio sia per il periodo dell’anno.
La pioggia però continua a scorrere incessantemente e non sembrano mostrare la minima idea di volersi fermare. Passa un giorno, due giorni, addirittura 3 giorni e l’acqua continua a cadere dal cielo come se le sue riserve fossero infinite. A quel punto, alcuni fiumi del Piemonte non reggono più la massa: il Tanaro, il Belbo ed il Po esondano.
Iniziamo dal fiume più lungo d’Italia, il Po. Le intense piogge fanno crescere ingentemente la portata del corso d’acqua tanto che tra il 5 ed il 6 Novembre straripò. Le aree più colpite furono Chivasso, dove la confluenza con il fiume Orco creò un’ondata di piena che fece crollare un ponte molto grande, e Trino, dove l’intero centro cittadino venne sommerso. Altri centri abitati colpiti furono Verolengo, Crescentino, Palazzolo Vercellese e Morano sul Po.
Passiamo dunque al fiume Tanaro. Durante l’evento alluvionale, il corso d’acqua toccò valori mai visti prima:
I comuni più coinvolti a causa del Tanaro furono Ormea, Nucetto, Ceva, Clavesana, Piozzo, Monchiero, Asti Alessandria, Solero e Felizzano. Infine vi fu l’esondazione del torrente Belbo: il corso d’acqua tracimò per l’intera lunghezza della sua portata devastando in maniera orribile tutto il fondovalle. Ne fecero le spese i centri abitati di Rocchetta Belbo, Cossano Belbo, Canelli e Santo Stefano Belbo.
L’evento disastroso provocò 70 vittime sparse in vari centri abitati del Piemonte. I feriti invece ammontarono a circa 500 mentre gli sfollati si attestarono sul numero di 2226. I danni stimati risultarono di qualche milione di euro ma le problematiche maggiori le ebbero i contadini: grandissima parte delle terre coltivate era stata devastata dalla potenza dell’acqua.
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