Commemorare è importante, soprattutto in un momento in cui stiamo vivendo scene già vissute in passato. Oggi facciamo un salto indietro nel tempo, andando a rivivere i macabri attimi dell’alluvione di Messina del 1° Ottobre 2009.
Negli scorsi giorni avevamo parlato dell’alluvione di Palermo del 2020; oggi rimaniamo sempre in Sicilia, regione spesso subissata da queste catastrofi naturali. Dalla costa Nord-Ovest però ci spostiamo sulla punta dell’isola, in concomitanza della città di Messina. È un classico pomeriggio autunnale quello del 1° Ottobre 2009 quando però all’orizzonte iniziano a scorgersi nuvoloni abbastanza minacciosi. Alle ore 17.00, un violento nubifragio si abbatte su questa zona della regione. Esso andrà avanti ininterrottamente fino alle ore 04.00 del giorno successivo.
Secondo le stime dettate dalla Protezione Civile, caddero sul territorio circa 220\230 millimetri di acqua in un lasso di tempo che oscilla tra le 3 e le 4 ore. Il nubifragio provocò lo straripamento di diversi corsi d’acqua vicini alla città di Messina. Come una reazione a catena, si verificarono diverse frane e smottamenti, le quali fecero derivare valanghe di fango e detriti a valle colpendo alcuni centri abitati sottostanti.
I centri abitanti che ne fecero maggiormente le spese furono Scaletta Zanclea, Giampilieri, Altolia, Molino, Pezzolo e Santo Stefano di Briga. Inoltre, in seguito agli eventi franosi furono chiuse una miriade di strade statali e succursali nonché le stazioni ferroviarie. Questo causò un vero e proprio isolamento di questo borghi. Per diverse ore si poterono usare solo collegamenti marittimi tanto che il paese di Altolia fu raggiunto solamente il 3 Ottobre.
Alle prime luci dell’alba del 2 Ottobre 2009, la situazione appariva catastrofica. Gran parte di questi centri abitati era stata spazzata via dalla voracità dell’acqua e del fango. La Protezione Civile dispose sul campo più di 2000 uomini per liberare gli individui rimasti intrappolati sotto le macerie. Dopo giorni e giorni di lavoro e di ricerche furono pubblicate le stime definitive: il dissesto idrogeologico portò alla morte ben 37 persone. I feriti invece furono 95 mentre il numero degli sfollati si attestò sopra le 1000 unità.
Da subito il sottosegretario Guido Bertolaso indicò nell’abusivismo edilizio una delle maggiori concause di quanto avvenuto. La Procura di Messina aprì un’indagine per disastro colposo. Domenica 4 Ottobre, andò in scena la classica giornata di Serie A ma ad eccezion fatta per le squadre di Palermo e Catania, nessun altra formazione osservò il minuto di silenzio. La Lega Calcio Italiana infatti non aveva predisposto gli arbitri a tale ordinanza. Ciò fece scattare grandissime polemiche nei giorni seguenti.
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